informatizzazione a c. di B. Durante

Sempre l'Eluère scrive nel suo saggio: "Le pietre di Pigna [non quelle più recenti del frantoio di Carne] fuori contesto archeologico conservano ancora un certo mistero. Possono venire attribuite ad un'epoca antica, romana o forse preromana: siamo qui in un paese di olivi, di olivastri e di pietre. Tra tutte queste varietà di forme e di misure.... [queste pietre di Pigna] somigliano principalmente agli esemplari più antichi di pietre, rinvenute sia nel mondo egeo [Creta (periodo del Minoico Medio), sito archeologico di Troia, isola di Cipro come gli esemplari sopra proposti nell'immagine e rinvenuti a Limassol] che nel sud della Francia, benché questi ultimi abbiano dimensioni più importanti [l'autore si riferisce alle pietre olearie rinvenute nel Var, di calcare o basalto, la minore delle quali (da Ollioules-la Courtine ove se ne son scoperte 4) misura 65 cm. di lunghezza mentre ulteriori 5 reperti, di altri siti francesi, hanno dimensioni che vanno da 1 m. ad 1, 43 m. con una scannellatura di diametro oscillante fra i 75 ed i 95 cm.: ad integrazione delle sue osservazioni l'autore rammenta che le aziende olearie romane si avvalevano di questo tipo di pietre in quanto era ignota la tecnica necessaria per impermeabilizzare il suolo col mortaio, sì che soltanto nel II secolo dopo Cristo esse furono sostituite da una scannellatura tracciata nel betone steso sul suolo: l'autore, con la solita scientifica e giustificata prudenza, mira a segnalare la difficoltà di una precisa datazione per le PIETRE OLEARIE DI PIGNA, vista l'assenza di necessari approfondimenti archeologici e giustamente si limita a segnalare la loro arcaicità. Comunque, rimandando la loro genesi comunque al preromano o all'epoca romana implicitamente conforta le osservazioni più volte fatte sulla discreta importanza di insediamenti rurari molto antichi anche nella media e alta valle del Nervia