INFORMATIZZ. A CURA B. DURANTE

IMMAGINE DA ERBARIO MODERNO















PAPAVERO SELVATICO (ROSOLACCIO - PAPAVER RHOEAS)
Le proprietà curative risiedono nel fiore e una volta venivano impiegati i semi, ma un leggero grado di tossicità ne ha suggerito l'abbandono nell'uso famigliare: attualmente l'unica parte impiegata, nella medicina domestica, sono i petali dei fiori.
Pur non avendo nulla a che fare con il Papavero da Oppio, il Rosolaccio, o papavero selvatico, possiede proprietà leggermente sonnifere.
I suoi petali s'impiegano per calmare la tosse e la pertosse, come sudorifero e come espettorante del catarro bronchiale.
Le proprietà sedative dei petali del rosolaccio sono sfruttate anche come antispasmodico, blando sonnifero e per calmare le coliche intestinali.
In effetti, il fiore non esercita una vera e propria azione sonnifera, quanto piuttosto sedativa, adatta quindi a conciliare un buon sonno, calmando l'eccitazione nervosa.
E' anche indicato contro tosse, bronchite, pertosse, catarro, insonnia, coliche intestinali, pelle secca. Globalmente le sue proprietà sono di antispasmodico, emolliente, espettorante, sudorifero, sedativo.
Conviene cogliere i petali alla fioritura, farli seccare a strati sottili in luogo ombroso ed areato, quindi richiuderli ermeticamente ben asciutti in un vaso di. Lo si usa in infuso, versando un quarto di litro d'acqua bollente su una cucchiaiata di petali essiccati e sminuzzati al momento: bisogna far riposare il tutto in un quarto d'ora e poi filtrarlo. Conviene assumere na tazza tre volte al giorno, l'ultima delle quali prima di coricarsi, calda e addolcita con miele: ma non conviene somministrarlo ai bambini.
Si possono anche aggiungere due o tre petali di papavero all'infuso di Biancospino.
Onde ammorbidire la pelle secca del viso, renderla più elastica e prevenire le rughe si prepara un decotto bollendo per pochi minuti 50 gr. di petali in un litro d'acqua. Si deve quindi filtrare e utilizzare il composto per lavare il viso, impiegando un po' di cotone, alla mattina e alla sera.





















ORTICA (URTICA DIOICA)
Gli impieghi popolari di quest'erba (dalle proprietà antianemica, astringenti, depurative, diuretiche, emostatiche) vertono soprattutto alla cura dei reumatismi, alla depurazione del sangue nelle cure primaverili ed in presenza di manifestazioni cutanee come le foruncolosi e le dermatosi conseguenti a disordini alimentari e a cattiva eliminazione delle tossine.
Ben noto, nelle campagne, è l'impiego dell'Ortica per eliminare il catarro dai bronchi e dai polmoni.
E' estremamente efficace per regolarizzare le funzioni intestinali poiché con le sue proprietà normalizzatrici riesce a combattere sia la diarrea che la stitichezza e, contemporaneamente, è indicata per ridare vigore sia all'intestino che allo stomaco.
Il suo impiego si è dimostrato prezioso anche per prevenire e combattere le anemie e l'abbassarsi della pressione arteriosa del sangue, nonché nello svolgere una lenta e sicura azione di sostegno del cuore.
La tisana arresta i flussi mestruali troppo abbondanti e lo stesso infuso può servire per pulire, con un cotone imbevuto, le affezioni della pelle come acne ed eczema.
L'azione antireumatica mediante la fustigazione o, peggio, il rotolamento, è ormai quasi del tutto abbandonata, ma questa proprietà dell'Ortica è sempre attuale attraverso il suo potere depuratore del sangue rivolto, in special modo, ad espellere le scorie residue come gli urati, gli ossalati e la colesterina, proprio le sostanze che, accumulandosi, possono dar luogo a calcoli, artriti, gotta, ecc.
Per uso esterno l'Ortica è famosa per la cura del cuoio capelluto, nei casi di forfora e per arrestare la caduta dei capelli.
Si adopera tutta la pianta, radice compresa. La parte aerea si raccoglie praticamente tutto l'anno, fino all'autunno. Si essicca all'ombra e si conserva in sacchetti. Le radici si raccolgono sul finire dell'estate, si essiccano al sole e si conservano in scatole o sacchetti.
Il modo più semplice per utilizzare questa pianta è di farne degli infusi. A questo proposito si verserà una tazza di acqua bollente su un cucchiaio di foglie essiccate e sminuzzate e si lascerà riposare almeno 20 minuti. 4-5 tazze al giorno per venti giorni consecutivi. Saltando 10 giorni, si può ripetere il ciclo.
La radice è molto più energica, e s'impiega in decotto bollendone 50 gr in un litro d'acqua per 10 minuti e lasciando riposare fino a raffreddamento. Se ne prendono 4-5 tazze al giorno lontano dai pasti.
Risulta inoltre efficace il succo della pianta fresca come tonico cardiaco, gastrico e intestinale, nel reumatismo articolare e come depurativo e stimolante delle funzioni renali.
Contro la caduta dei capelli si prepara questo decotto: bollire due manciate di radici essiccate in mezzo litro di aceto per dieci minuti. Frizionare alla sera prima di coricarsi. Al mattino si lava la testa. La pianta fresca, Tritata, contribuisce a rallentare la caduta dei capelli se applicata localmente.