Il Papiro di Ani è un papiro manoscritto in geroglifici corsivi del periodo della XVIII dinastia dell'Antico Egitto ed è la versione più conosciuta del Libro dei Morti.
Fu scoperto in una tomba di Tebe nel 1888 e acquistato l'anno successivo dal British Museum.
Con il termine psicostasia si vuole indicare la cerimonia cui, secondo il Libro dei morti nel capitolo 125 (qui sopra rappresentata) procede alla
psicostasia (o psicostasi) che è varie religioni antiche la "pesatura delle anime" cioè una forma del giudizio divino, in cui l’anima del morto viene pesata sopra una bilancia, per il controllo dei suoi meriti. Dall’antico Egitto ne abbiamo documenti scritti (Libro dei Morti) e figurativi: la psicostasi (psicostasia) avveniva in presenza di Osiride, per opera del dio Thot; in un piatto della bilancia si poneva l’anima, nell’altro una immagine di Maat, la Giustizia. Sempre in funzione escatologica, la psicostasi (psicostasia) è presente, anche nello zoroastrismo, per il quale si svolge in presenza di Mitra, e nell’islamismo. Nell’ebraismo antico-testamentario se ne trovano espressioni allusive che si riferiscono però a personaggi viventi. Solo dalla letteratura apocalittica in poi la psicostasi (psicostasia) appare con valore escatologico; in questa forma passa anche nell’immaginazione cristiana, in cui l’arcangelo Michele si incarica dell’operazione, mentre Satana spesso cerca di togliere peso al piatto dei meriti.
Nella mitologia greca il termine psicostasi (psicostasia) si riferisce invece all’idea della pesatura dei destini di due avversari in lotta, indipendentemente da ogni valutazione morale.