informatizzazione a cura di B. Durante

Quando ancora occupava la carica di MINISTRO DEGLI INTERNI e quindi prima di quella prestigiosa di PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, l'onorevole COSSIGA caldeggiò che per l'Italia, a scopo anche didattico, venissa esibita un MOSTRA DEGLI STRUMENTI DI TORTURA quale esempio itinerante per i giovani delle VERGOGNE DEL DIRITTO E DELLA GIUSTIZIA PREILLUMINISTI. Tra i vari oggetti esposti (quello dell'immagine si conserva nella prestigiosa mostra permanente di S. GIMIGNANO) si poteva passare in rassegna una vera e propria serie di atrocità. L'insegnamento per il pubblico non era solo storico-documentario ma filosofico-politico: un avvertimento severo e certamente sconvolgente a bandire definitivamente dal mondo ogni forma di TORTURA (cosa che non è, come ben si sa a proposito di paesi particolarmente arretrati, ma non solo).
L'oggetto in questione, che con i suoi micidiali aculei veniva serrato a pressione sulle ginocchia della vittima inquisita prende appunto il lugubre nome di SPACCAGINOCCHIA: nel Dominio di Genova le forme basi di TORTURA erano quelle dell'ECULEO e dei TRATTI DI CORDA. L'indagine su varie forme di investigazione porta però a credere, con estrema facilità, che stante l'ARBITRIO DEGLI INQUIRENTI nell'utilizzazione dei mezzi di persuasione alla CONFESSIONE, si sia ricorsi ad una ben più variegata strumentazione come si ricava dalla semplice analisi delle SPAVENTEVOLI TORTURE cui fu sottoposta, prima della condanna da morta al rogo dopo IMPICCAGIONE LENTA della SUPPOSTA STREGA PEIRINETTA REIBAUDO