L'INCISIONE DELLA LAMIA (FIGURA MITICA IN QUALCHE MODO RELAZIONABILE ALL'ARPIA) CONSERVATA ALLA BIBLIOTECA APROSIANA DI VENTIMIGLIA APPARTIENE AL VOLUME DI GIOVANNI FERRO, TEATRO D'IMPRESE (VENEZIA, GIACOMO SARZINA, 1623). ESISTE QUESTA ALTRA DESCRIZIONE DELLA LAMIA:"SONO NELLA LIBIA FIERE CON FACCIA DI DONNA E DI BELLEZZE SINGOLARI...CON MAMMELLE ROTONDE E RILEVATE, DI COLORE QUALE SI VEDE NELLA ROSA...SPIRANO DA GLI OCCHI GRATIA E FAVORE...L'ALTRE POI PARTI DEL CORPO HANNO, INVECE DI MOLLA PELLE, DURA CORTECCIA DI SQUAME...MANCANO DI VOCE, E INVECE DI FORMARE PAROLE FISCHIANO A GUISA DI DRAGONE...COSI' VINCONO ESSE L'HUOMO CON FRAUDE ET INGANNO: PERCIO' CHE NUDANO IL PETTO, SCUPRONO LE POPPE...ONDE VEGGENDO EGLI LE ROSE FIORIRE FRA GIGLI...TRATTO DALL'AVIDITA' DI COGLIERE QUELLE E CUPIDIGIA DI QUIVI SATOLLARE L'AVIDA BRAMA..A QUELLE INFELICEMENTE S'ACCOSTA E RESTA...DI LORO PREDA"
E PER QUANTO POSSA SEMBRARE STRANO ANCORA NEL SECOLO DEI LUMI, NEL GRADUALE AFFERMARSI DEL RAZIONALISMO LA LETTERATURA SULLE LAMIE CONTINUO' AD ESSERE FERTILE, FORSE IN DIPENDENZA DI QUELLO SPIRITO ANTICLERICALE CHE LA STESSA COMPORTAVA E CHE LA ACCOMUNAVA ALLA LETTERATURA SUI VAMPIRI CIOE' I NEMICI ISTITUZIONALI DELLA CHIESA