GANDOLFO, Domenico Antonio> vedi in Letteratura Italiana (Einaudi), in particolare nel volume a complemento “Gli Autori - Dizionario Bio-Bibliografico e Indici” è utilmente scritto:”Gandolfo, Domenico Antonio (XVII sec,)/ Originario di Ventimiglia (Imperia). Poeta, predicatore e scrittore di opere erudite, iscritto a molte accademie letterarie del Seicento: gli “Incuriosi” di Rossano, i “Fisiocratici” di Siena, gli “Apatisti” di Firenze, gli “Infecondi” di Roma. Collaborò con A.Aprosio alla formazione del suo fondo librario. Progettò un’Accademia degli Oscuri a Ventimiglia che tuttavia non si realizzò”: a queste note seguono poi i riferimenti ai luoghi del testo in cui Gandolfo viene espressamente citato (vol.I Arianna Gusmano, collaboratrice dell’opera,).
La più antica notizia erudita sul Gandolfo proviene comunque da Angelico Aprosio che, ad un corrispondente, lo presentò con questa notazione, per lui insolitamente affettuosa:"...E' venuto a stanziare in questo Convento un nostro giovane di venticinque anni, non meno goloso di libri di quanto mi sia io, comprandone giornalmente e tenendomi giornalmente compagnia. Questi non è di nostro casato, con tutto ciò è amico dell'Aprosiana. Questo fa che io morirà contento lasciando uno ch'è amico de' libri a custodia di essa. Se io viverò ancora per qualche anno non lasserò d'istruirlo... [lettera dell'Aprosio ad ANTONIO MAGLIABECHI, conservata in Biblioteca Nazionale di Firenze, MSS. VIII 141, datata del 5-7-1678].
Poiché B.Durante (La Biblioteca Aprosiana in “Riviera dei Fiori”, 1995, n.3, pp.19-49) è ritornato sull’argomento, nell’ambito di un vastissimo saggio sui tre primi bibliotecari dell’Aprosiana (Aprosio e Gandolfo appunto ed ancora Giacomo Antonio De Lorenzi) come curatore di questa pubblicazione dell’ultimo Quaderno, N.S., dell’Aprosiana, mi pare utile riproporre, con qualche nota esplicativa e qualche aggiunta, la parte del suo lavoro dedicata al Gandolfo, figura continuamente da riscoprire nel panorama letterario e che può forse riservare ulteriori sorprese, specie se si continuerà a “scavare” nel vasto patrimonio letterario della Civica Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia.
1 - Edite
-Fiori poetici dell’Eremo Agostiniano..., Genova, per il Franchelli, 1682: in questa raccolta di poesie di diversi autori agostiniani il Gandolfo inserì una sua biografia, attribuendone la stesura al cugino Filiberto Giacinto Gandolfo (p.184 - 194); in realtà da p.188 a p.190 è la registrazione di quanto aveva scritto l’Aprosio sul Gandolfo nella parte rimasta inedita del suo repertorio La Biblioteca Aprosiana, sotto voce del nome proprio Domenico [Antonio Gandolfo] come era solito fare.
- Il benecato beneficante, ombreggiato nella città di Ventimiglia, Genova, per il Franchelli, 1683 [opera di varia erudizione, attenta in particolare a ricordi storici ed archeologici riguardanti il territorio di Ventimiglia].
- Duplex virtutum et prodigiorum Zodiacus concinnatus in Ecclesia S. Augustini albintimiliensi et episcopo Hyeronimo Nasello dicatus, Genuae, typis Casamarae, 1692.
- Dispaccio istorico, curioso ed erudito ..., in Mondovì, presso il Veglio (a), 1695 [opera di varia erudizione, con parecchi documenti storici e letterari su ‘500 e ‘600 in chiave italiana ed europea].
- Epitalamio sulle felici nozze celebrate fra gli illustrissimi Signori Antonio Grimaldi e Girolama Spinola, figluola degli Illustrissimi Governatori di detta Città [Genova] Girolamo Spinola e Tomasina Fiesca, Genova, per il Franchelli, 1697.
- Dissertatio historica de ducentis celeberrimis augustinianis scriptoribus ex illis qui obierunt post magnam unionem Ordinis Eremitici usque ad finem Tridentini Concilii, Roma, per il Buagni, 1704, in ottavo, cm. 22, p. [viii] 407 [opera attenta ad una codificazione scientifica della tradizione culturale, sacra e profana, di 200 esponenti dell’Ordine agostiniano].
2 - Opere inedite
- “Oldoini corretto” [così nominato da B.Durante], opera a stampa (Athenaeum ligusticum del XVII sec.), con scritto sul fronte: “ad usum fratris Dominici Antonii Gandulphi Augustiniani Vintimiliensis ... qui emit Romae 1698 ... Iuliis sex”. Il lavoro è ampiamente corretto, integrato e rivisto dal Gandolfo: risulta pure aggiornato con glosse attestanti i nuovi fermenti accademici (copia conservata fra i manoscritti in C.B.A.).
- ll valore splendido e generoso palesato nell’insigne Capitano ed Eroe del nostro secolo Gio. Francesco Serra + 4 lettere curiose e erudite: lavoro conservato nella genovese raccolta Durazzo (D.PUNCUCH, I manoscritti della raccolta Durazzo, Genova, Sagep, 1979, pp. 100-101 = manoscritto A III 12, non autografo, ma fittamente corretto dall’autore, di carte V + 94, cartonato e legato con fogli cartacei di mm. 217 x 146). Il titolo per esteso (c. 2 recto) è: “Al valore splendido e generoso pubblicato nell’insigne capitano del nostro secolo Gio. Francesco Serla, marchese dell’Almandraletto e di Strevi, signore dello stato di Cassano, Civita, Francavilla, Orria, gentilhuomo della camera del Re Cattolico, del suo Consiglio segretario, mastro di campo generale e governatore d’armi dello stato di Milano e Catalogna ... di fra Domenico Antonio Gandolfo di Ventimiglia, agostiniano, graduato in teologia, predicatore generale e priore pour la seconda volta del suo monastero e questo con la scorta della vita ms.[manoscritta] del suddetto marchese che si conserva nella Biblioteca Aprosiana e d’altri celebri storici del nostro secolo, all’illustrissimi et eccellentissimi signori Marchesi Giuseppe e Francesco, degnissimi figli dello stesso”: il manoscritto fu acquistato all’Aprosiana nel 1802 per una Lira genovese da Giacomo Filippo Durazzo (vedi: “Archivio Durazzo”, “uscite”, conto n. 95, del 30 dicembre 1801). L’incipit è “Nell’Emporio dei Liguri, dico nella città di Genova ...”. Parte del lavoro venne però edita dal Gandolfo nella lettera VI del Dispaccio con il titolo “Il valore splendido e generoso palesato dall’insigne Eroe e Capitano del nostro secolo Gio. Francesco Serra Marchese dell’Almandraletto e di Strevi ecc., Maestro di Campo generale e Governatore dell’Armi dello Stato di Milano e Catalogna all’Illustrissimo Signore e Patron mio Colendissimo il Sig. Conte Filippo Serra degnissimo nipote dello stesso” (è trascorso del tempo e, morti i figli del Serra, il Gandolfo dedica il lavoro al nipote: si noti il passaggio dalle minuscole dei titoli del manoscritto alle più ossequiose maiuscole dell’edizione a stampa). L’incipit è “Essendomi riportato a riverire l’Illustrissima Signora Giovanna Spinola” ma a p. 42 (linea 12) leggesi ancora come nel manoscritto “Nell’Emporio dei Liguri dico nella città di Genova ...” e poi di seguito sempre lo stesso sino alla linea 3 di p. 48; indi alle linee 4-5, abbreviando la vasta disquisizione per spazio di stampa, il Gandolfo annotò “... E tralasciando il resto che mi riservo a miglior congiontura esponere assieme” (Genova, 15 settembre 1694). Le altre quattro lettere annunciate dal Bacchini nel “Giornale dei Letterati” (numero parmense del 1686 di Benedetto Bacchini, p. 149-150) sono state poi parimenti ridotte e sviluppate nel “Dispaccio” (lettera II = “notizie storiche su Ventimiglia”, lett. XV “commento su un sonetto enigmatico di autore monegasco”, lett. VIII e XXII = scritti su A. Magliabechi, lett. XXIV = “alcuni splendori dell’Ordine agostiniano”: le lettere hanno un andamento “accademico” ed in particolare la discussione sul “sonetto” ha i connotati di una disputa dotta tenuta nella Biblioteca intemelia sulla giustezza o meno di certe esasperazioni concettistiche dell’ultimo barocco).
- Li Splendori Liguri svelati dalla penna del Padre Fra Domenico Antonio Gandolfo: il sottotitolo è incredibilmente lungo e risulta articolato nei 12 capitoli secondo cui per il Gandolfo doveva esser trattata la storia e l’arte dei Liguri. Il Rossi (nella sua ottocentesca Storia di Ventimiglia) giudicò il lavoro rimasto inedito e poi perduto nel convento di Genzano [propriamente Genzano di Roma a 453 m. sul livello del mare, in pittoresca posizione sull’orlo del cratere che racchiude il lago di Nemi: all’epoca, dopo una lunga dominazione dei Colonna, acquistato dai Cesarini e quindi per eredità giunto agli Sforza Cesarini come ducato); il Perini (p. 94-95) la diede invece come opera presente quale manoscritto presso l’Aprosiana: in effetti non si trova né in questa Biblioteca né presso la Biblioteca.Universitaria di Genova o la Biblioteca Nazionale di Firenze e tantomeno in qualche biblioteca fratesca prossima a Genzano: ciò fa pensare che l’opera mai sia stata completata e ne sian stati ricavati frammenti ampiamente utilizzati in altri lavori. Nella Dissertatio del 1704, non molto tempo prima della morte a Genzano del Gandolfo, il frate, pur dando per la prima volta notizia a stampa del suo gran progetto, confessò con rammarico d’esser però molto in ritardo nella stesura del suo ambizioso disegno storiografico.
- “Additione al Dispaccio Istorico, Curioso ed Erudito del Gandolfi. Le Porpore Agostiniane o sia chiara e ristretta notitia de’ Cardinali dell’Ordine Agostiniano, in quarto” così Benedetto Bacchini annunciò nel “Giornale dei Letterati” del 1697 (p. 277) la nuova opera del Gandolfo, elencandone i contenuti: una rassegna dei cardinali dell’ordine con puntuale attenzione a quelli più dotti, uno studio peculiare sul cortonese Egidio Buoni, già Vescovo di Vicenza, ritenuto dal Gandolfo fatto Cardinale benché gli altri storici non ne fossero convinti, un elenco di agostiniani prossimi a conseguire la porpora cardinalizia, una lettera “... in difesa della nazione Corsa e varie addizioni al Dispaccio”. Il lavoro fu realmente preparato a Genova nel 1696 (Dissertatio p. 388) ma, evidentemente per la mancanza di un “mecenate” che ne patrocinasse la stampa, venne diffuso in più copie come manoscritto, secondo l’ancora resistente tradizione di ricorrere agli amanuensi qualora fossero proibitive le spese di pubblicazione. Ne dovettero circolare varie copie se l’erudito di Cortona Francesco Baldelli in una lettera al Gandolfo del 2-5-1705 (in C.B.A., Ms. 40, carte 53-54) scrisse, dopo una serie di pedantesche precisazioni biobibliografiche: “... Io parimenti benche habbi scritto al Padre Bandiera e parlato e riparlato a questi Padri per haver quel foglio che manca delle Porpore Agostiniane da Lei Favoritemi, cioe quello dove si parla del nostro Cardinale Egidio Buoni da Cortona, nondimeno non è stato mai possibile di poterlo havere; e perciò supplico la bontà di V.P. a volermene favorire un altro ...”. Non si son trovate tracce di questo lavoro e vien da pensare che il Gandolfo se ne sia valso per inserire vario e nuovo materiale in opere che, a differenza di questa, avevan la certezza d’esser pubblicate, come la Dissertatio. Nella C.B.A., nel vecchio “Catalogo Rossi” (ing. G. 63- coll. III,i,i) si può però leggere tuttora: “Gandolfo, Domenico Antonio, Studi biografici di scrittori agostiniani, manoscritto del XVII secolo”. Non è purtroppo possibile far un confronto con l’idea delle “Porpore” perché il Manoscritto si è perso: cosa che giunge sorprendente in quanto, nel 1802 per 2 lire genovesi, il bibliofilo Giacomo Filippo Durazzo, al pari di molti altri inediti od autografi degli antichi bibliotecari, acquistò dall’Aprosiana il manoscritto della Dissertatio, tuttora conservato nella “sua” raccolta privata sotto la segnatura MS. 27 (A III 8).
3 - Opere manoscritte raccolte o conservate dal Gandolfo
A) - CIVICA BIBLIOTECA APROSIANA DI VENTIMIGLIA
1A) - Opere di natura religiosa od accademica:
- Nel “Dispaccio”: edite due lettere, una di Gio. Angelo Orengo Casanata (Roma 30 agosto 1687) ed una del Gandolfo (Ventimiglia 14 settembre 1687) sullo stemma e sul motto dell’erigenda Accademia intemelia degli Oscuri.
- MS. 40 e 40 bis in C.B.A. molti fogli volanti con appunti del Trincheri, Fenoglio, Maccario, Orengo, de Lorenzi [eruditi locali ma anche di discreta caratura nazionale] cui si fa cenno nel testo con indicazioni di volta in volta.
- MS. 40: Ode inedita di contenuto religioso - “Che si deve piangere da Cristiani per la morte di Cristo”. Tipo metrico abBaCC (settenari alternati ad endecasillabi). Autore pare leggersi “D. Semini” e poi sicuramente “L’Accademico Dubbioso” (cc. 63-64, mm. 270 x 207).
- MS. 40: Esercizio satirico-accademico “Riflessioni di Pasquino sopra l’elezione del futuro Pontefice” (cc. 61-f 9, mm. 270 x 203). E’ da datarsi dopo il 1676 poiché dal contesto il discorso umoristico risulta collegabile con l’elezione del nuovo Papa dopo la scomparsa di Clemente X (Emilio Altieri).
- MS. 40: Esercizio satirico - politico - accademico “Appendice fatto dall’Accademico Curioso al Discorso intitolato la Giostra Papale dei Cardinali che aspirano al Papato nel Conclave di Alessandro ottavo” (cc. 67-7(), 1nm. 275 x 203). Dal contenuto si data “Roma 1691” e comporta la riqualificazione di alcuni cardinali papabili come Cybo, Barberini, Barberigo, Marescotti (assai gradito al Gandolfo = Dispaccio p. 81). L’autore non e identificabile: comunque l’Accademico Curioso si firma come un “Monsignor Bottini” su cui non si son potuti ricostruire dati utili (la grafia comunque non è del Gandolfo).
- MS. 40 bis - vari fogli volanti di esercizi letterari accademici e poesie latine di intonazione religiosa. Sulla carta 12 recto e verso, mm. 220 x 152, datata Ventimiglia 8 ottobre 1676, che contiene consigli legali spediti da l’erudito intemelio Fenoglio a quello di Dolceacqua Maccario: mano diversa da quella dell’estensore della missiva vergò in due stesure, minuta e definitiva, il sonetto "Nocchier ch’in l’onda egea". Molto sbiadito leggesi in calce l’appunto: “per prossima adunantia di XXmilia[sic]”. Nello stesso manoscritto compaiono esercizi - prova di tipo anagrammatico, del genere ideato da Pier Francesco Minozzi [poligrafo di Monte S.Savino, amico dell’Aprosio] per le Accademie: il più importante, di sicura grafia gandolfiana, è il componimento anagrammatico con 6 variazioni sulla base espressiva Innocentius Undecimus Pontifex Odescalcus (Benedetto Odescalchi Papa dal 1676 al 1689).
B) - OPERE D’ALTRI RACCOLTE DAL GANDOLFO
1B - Opere manoscritte reperibili
- “Giornata Amoroza per Cristofaro Giudice Ligure Vintimiglieze”, manoscritto cartaceo originale del XVI sec., in sedicesimo, fogli non numerati legato con “Prudente e accorta conversatione con gl’altri principi con che si acquisti la gratia loro e la perfetione di se stesso, operetta politica scritta a Ventimiglia dal dott. giurista Gio. Stefano Speroni”. Cons. in “Bibl. Rossi” in “Istituto Internazionale di Studi Liguri - Bordighera” - segn.: “IV, manoscritti di storia genovese ligure, 67”. - LANTERI, GIROLAMO GIOVANNI, “Discorso dell’antichita di Ventimiglia”: una copia brutta in cit. Bibl. Rossi ed una migliore, autografia, in miscellanea giunta alla C.B.A. per un lascito noto come “fondo Bono” (ancora da inventariare correttamente su schede internazionali).
- “Discorso della famiglia Lascaris” e “Carmina” del Rebaudi di Castelvittorio: opere connesse all’esperienza delle adunanze "accademiche" ma momentaneamente non consultabili presso la raccolta Durazzo in Genova ove son conservate insieme. Vedi Puncuh cit. p. 299. In C.B.A., nominato provvis. dal prof. Durante Ms 41 “Flagello ovvero discorso contro d’un nemico della religiosa Hibera di Favilla Sincero ungaro dedicato alla serenissima e lucidissima Alba stampato l’anno 1625" (copiatura gandolfiana di raro testo a stampa, in Genova, omonimo in miscellanea in C.B.A., inv. 6864-coll. Cinqu. R, 3, 29, 8).
- MISCELLANEA LIGURE in C.B.A., con vari testi segnati e corretti dal Gandolfo, con sua autografa dichiarazione, ove trovansi molte note sui poeti del circolo letterario dell’Aprosiana.
2B - Opere edite reperibili
Oltre alle numerose opere della C.B.A. recanti la firma per assimilazione ad opera del Gandolfo si posson ricordare: - Il Presagio. Discorso sacro all’illustrissimo e reverendissimo Signor Monsignore D. Gio. Girolamo Naselli, Vescovo di Ventimiglia dal dottore D. Giuseppe Macario di Dolceacqua, Nizza, per il Romero, 1685 (in C.B.A.).
- PAOLO AGOSTINO APROSIO, Opera morale de’ sette peccati mortali trionfati dalle virtù opposte, Genova, per il Franchelli, 1674 (nota nei Fiori poetici p. 241 = in C.B.A.)
BIBLIOGRAFIA SUL GANDOLFO
- Notizie storiche degli Arcadi morti, Roma, stamp. di Ant. De Rossi, 1720-1.
- GIOVANNI MARIA CRESCIMBENI, L’Istoria della Poesia Volgare, Roma, 1698. - ID., ID., Commentarii ..., 1702, 6, 14, p. 354.
- ID. ID., L’Arcadia....., in Roma, per Antonio de’ Rossi alla Piazza di Ceri ove si legge a p.357: “Arcanio Caraceo. Padre Domenico Antonio Gandolfi da Ventimiglia Agostiniano”.
Vaghi cenni compaiono nelle opere settecentesche sin agli scritti dello Spotorno e poi alla Storia della città di Ventimiglia nel 1886 del Rossi che dedicò due paginette e varie note al Gandolfo: di seguito alla trattazione assai piu ampia sull’Aprosio. Citazioni compaiono naturalmente nei repertori bio-bibliografici di Agostiniani cui si è già fatto cenno. Vedi per ulteriori note:
- GIROLAMO ROSSI, “Il Padre Angelico Aprosio”, manoscritto incompiuto con vari documenti ed osservazioni, diverse sul Gandolfo ma senza particolari cenni elogiativi. Opera in “Bibl. Rossi” in “Ist. Inter. di Studi Liguri - Bordighera”, segn. VI, 98.
- SERENA, VATTA LEONE, L’intellettuale Angelico e la sua Biblioteca
- DURANTE, BARTOLOMEO, Vita ed opere di Domenico Antonio Gandolfo: l”’Epigono” (per un riconoscimento del secondo bibliotecario dell’Aprosiana in “ll Quaderno dell’Aprosiana”, cit., p. 63-90.
- PAOLO MAURI, La Liguria, in Letteratura Italiana - Storia e Geografia III - L’età contemporanea, Torino, Einaudi 1989, p. 342 e n., p. 356.”.