NOSTRA SIGNORA DELLE FONTANE

A capo di silenziosi cortei gli eredi degli antichi Druidi eran soliti recarsi lontano e fin sui monti, verso luoghi enigmatici dove resistevano le tracce delle religioni antiche, coi simboli antichi, graffiti o picchettati sulle pietre, della palmetta, del vischio, del corpo anguiforme (espressioni cultuali peraltro sopravvissute, per quanto mascherate in complessi religiosi cristiani, fin ai giorni nostri): e tutto questo per una vasta area, sospesa fra Italia e Francia, in cui erano formidabili le interazioni culturali celto liguri tra la Val Nervia il Basso Piemonte ed il vasto complesso delle Alpi Marittime: più spesso i seguaci delle antiche religioni preromani si riunivano in preghiera presso fonti e sorgenti (e non si dimentichino le influenze storiche delle fonti intermittenti e del carsismo ove durò a lungo la religione delle acque ( come quella che Padre Avena Benoit ha individuato non lontano da qui, presso la CAPPELLA DI NOSTA SIGNORA DEL FONTAN nel territorio di Briga, laddove il simbolismo dei luoghi connesso al magismo delle fonti fece evolvere senza interruzioni dall'epoca celtica un culto che, già adattato alla spiritualità romano-imperiale, venne successivamente inglobato in un ciclo cristiano).