infor. B. Durante

SIR KENELM DIGBY (meglio noto forse con il nome latinizzato in DIGBAEUS) nacque a Gayhurst nel Buckingamshire nel 1603 e morì a Londra nel 1665: era rampollo di Sir Everard Digby (1578-1606) che fu ucciso per sentenza capitale sul patibolo essendo stato giudicato tra i responsabili della così detta "congiura delle polveri".
KENELM DIGBY visse quasi da avventuriero, viaggiando molto e soggiornando sia a Parigi che a Madrid: addirittura nel 1628 a sue spese armò delle navi da corsa con le quali perseguitò i vascelli spagnoli ed olandesi, riuscendo altresì ad ottenere una inaspettata vittoria navale sulla ben più nutrita flotta franco-veneziana davanti ad Alessandria d'Egitto.
Inizialmente aderì al protestantesimo ma presto si riaccostò all'originario cattolicesimo di modo che nel 1643 il parlamento lo dichiarò apostata, cosa per cui dovette ritornare in Francia: ma qui fu coinvolto in un duello e dovette rimpatriare anche se in Inghilterra venne dapprima per breve tempo imprigionato visti i suoi trascorsi.
Ottenne la liberazione in forza della confisca di varie sue proprietà di modo che, spirito perennemente inquieto, pensò di poter vivere e lavorare con maggior costrutto nell'amata Francia, acquisendo grande stima nella temperie dei filosofi e in particolare presso Cartesio. Con l'età gli sovvenne maggior quiete e con questa gli giunse la nostalgia per la patria, dove potè tornare grazie ai favori della regina Enrichetta Maria che gli affidò due missioni presso il pontefice di Roma, missioni che però e nonostante il suo impegno a nulla di concreto approdarono per riavvicinare Roma all'Inghilterra.
In patria le cose presero di colpo una piega sfavorevole nel 1649 allorquando fu bandito dal parlamento: lasciò la patria per tornarvi nel 1654 cercando invano di conquistarsi l'appoggio di Cromwell in piena epoca repubblicana e rivoluzionaria.
Le cose migliorarono nettamente e definitivamente dopo la Restaurazione quando la regina gli riconfermò il cancellierato.
Per quanto turbolento il Digbaeus si segnalò per l'intelligenza viva ed i molteplici interessi filosofici e scientifici: fu sempre comunque accompagnato dalla fama di alchimista (cosa non sempre giovevole per quei tempi) ed investigò la spagiria studiando, sulla scia di Paracelo, le potenze del magnetismo siderale intercorrente tra macrocosmo e microcosmo (significativa per queste discussioni la sua Orazione sulla Polvere simpatetica, destinata ad aprire un dibattito che durò oltre un secolo: il suo lavoro è qui proposto dalla silloge del Theatrum Sympatheticum nella forma editoriale voluta da Lorenzo Strauss, ammiratore del Digbaeus ). Fu tra i fondatore nel 1663 della Royal Society ed in qualità di speculatore filosofico redasse A conference with a Lady about Choice of a Religion , che è un colloquio edito nel 1638 sulle scelte religiose), A Discorse Concernine Infallibilità in Religion, che è un discorso sull'infallibilità in materia religiosa pubblicato nel 1652, alcune considerazioni sugli scritti di Spencer e sulla Religio Medici di Tommaso Brown.
L'opera base della sua attività filosofica è comunque costituita da due trattati (uno sulla natura del corpo ed uno sulla natura dell'anima) che vennero pubblicati in Francia, a Parigi nel 1644: particolarmente significativo è il trattato sull'anima ( Of the Nature of Man's Soul ) in cui sancisce l'immortalità dell'anima, pura e indistruttibile attività conoscitiva, che non riproduce ma possiede idealmente in sé le cose, fondando la condizione della loro medesima esistenza (vedi: V. Gabrieli, Un inglese italianato nell'età della Controriforma , Roma, 1957).