cultura barocca
Informatizzazione a cura di Bartolomeo Ezio Durante

Samarcanda (uzbeko Samarqand) è la terza città per dimensioni in Uzbekistan (popolazione 352.047 abitanti calcolati per il 2010) e il capoluogo della regione di Samarcanda. La città è per lo più conosciuta per essere nel mezzo della Via della seta nel percorso dei tanti commerci destinati a partire dell'Impero di Roma per raggiungere l' Estremo Oriente. È collocata a 702 metri s ul livello del mare e nonostante sia città dell'Uzbekistan, la maggior parte degli abitanti è di lingua tagica. Nel 2001 l'UNESCO ha inserito la città vecchia di 2700 anni nella World Heritage List, sotto il titolo di "Samarcanda - Crocevia di culture".
Un tempo Samarcanda fu la città più ricca dell'Asia centrale e per gran parte della sua storia fece parte dell'Impero Persiano. Fondata circa nel 700 a.C., era già capitale della satrapia Sogdiana sotto gli Achemenidi di Persia quando Alessandro Magno "il Bicorne" (nella zona conosciuto come Iskander Khan) la conquistò nel 329 a.Cristo. Sotto l'Impero sasanide di Persia, Samarcanda rifiorì e diventò una delle città maggiori dell'Impero.
Dal VI al XIII secolo la popolazione si ingrandì e divenne più popolosa anche della moderna Samarcanda. In quegli anni la città conobbe l'invasione araba (che portò il suo alfabeto e convertì all'Islam la sua popolazione, quella dei Persiani e di diverse successive dinastie turche). Fu saccheggiata nell'anno 1220 dai Mongoli. Sopravvisse solo una minima parte della popolazione che dovette superare anche un sacco successivo condotto da altro condottiero mongolo: Khan Baraq.
Nel 1370, Tamerlano decise di rendere Samarcanda una città stupenda e usarla come capitale dell'impero che avrebbe costruito e che si sarebbe esteso dall'India alla Turchia. Per 35 anni la città fu ricostruita e fu piena di cantieri con artigiani e architetti provenienti dalle parti più disparate dell'Impero timuride. Tamerlano fece così crescere la città, che divenne il centro della regione chiamata in Occidente Transoxiana ma che gli Arabi avevano definito semplicemente "Ciò che è al di là del fiume Oxus".
Suo nipote Ulugh Beg governò il paese e la sua capitale per 40 anni. Creò varie scuole scientifiche dedite allo studio della matematica e dell'astronomia. Ordinò anche la costruzione di un grande osservatorio.
Nel XVI secolo gli Uzbeki spostarono la capitale a Bukhara e Samarcanda iniziò un lento declino. Dopo l'assalto dei Persiani guidati da Nadir Shah, la città fu abbandonata nel XVIII secolo pur se l'emiro di Bukhara tentò di ripopolare la città alla fine di quel secolo.
Samarcanda era diventata quasi una leggenda allorché nel corso dei suoi "Viaggi in Asia Centrale" Alessandro Burnes ebbe occasione di avventurarsi per queste contrade: egli (vedi comunque la sequenza di carte antiquarie) ebbe occasione di soggiornare a lungo a Bukhara di cui potè descrivere lo splendore ma molteplici ragioni, anche di prudenza diplomatica, gli permisero solo di avvicinarsi a Samarcanda, raccogliendo tutte le notizie possibili che così sintetizzò segnalandone la decadenza ma anche il prestigio morale che la città ancora conservava.
Il fascino dell'Impresa di Alessandro Magno aveva sempre accompagnato A. Burnes nelle sue esplorazioni dell'Asia come si legge in varie parti del suo Primo Volume di Viaggi: bastino a titolo esemplificativo citare il Capitolo I di questo Volume in cui inizia le sue dissertazioni sull'impresa del conquistatore macedone per passare quindi al Capitolo II che comprende queste ulteriori dissertazioni sulla grande impresa per giungere poi al Capitolo V denso di queste altre notazioni ancora. Ma è soprattutto nel corposo II Volume dei suoi "Viaggi" che sulla scia della sua
passione per Samarcanda fortemente coniugata alla leggendaria impresa del Macedone
che Alessandro Burnes offre le osservazioni più estese ricche di variegate considerazioni dei rinvenimenti archeologici e delle congetture che fece di quelle gesta per giungere sin al da lui ipotizzato sito della grande battaglia che Alessandro ingaggiò vittoriosamente col re Poro/Poros.
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Nel 1868, la città divenne parte dell'Impero russo, essendo stata conquistata dal colonnello A.K. Abramov, nonostante il contrattacco da parte di forze guidate da Abdul Malik Tura, figlio dell'Emiro di Bukhara, e dal Bek di Shahrisabz. Abramov divenne il primo governatore militare della città di Okrug che i Russi scelsero come capitale amministrativa della zona. La città divenne successivamente capitale del Turkestan russo e venne raggiunta dalla ferrovia transcaspica nel 1888. Divenne capitale dell'Uzbekistan sovietico dal 1925 fino al 1930.
Attualmente la città è reclamata dai nazionalisti tagiki, che oltre a essere maggioranza nel luogo, vorrebbero che essa tornasse a far parte del Tagikistan al quale dicono essa apparterrebbe storicamente. Al questo scopo hanno fondato un movimento clandestino chiamato "Rinascimento".
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