I temi erotici per es. del Bellerofonte che non mancarono di indurre questo autore a celare sotto lo pseudonimo di Cesare Giudici il vero nome di Cesare Cesarini non rendevano certo fruibile ad yn'utenza fratesca la sua opera. A titolo d'esempio si veda l'Atto II, scena 10 [4] Colpisce il fatto che già in quest'epoca uno scrittore potesse trattare l'idea di due donne che propongono un incontro lesbico come un evento eccitante, in cui lo spettatore avrebbe voluto "fare da terzo", anziché come un atto "contro natura" di sodomia fra donne: in effetti sia l'omosessualità femminile che il tribadismo di cui parlò Aprosio erano severamente condannati dalla Chiesa come peccati mortali.