cultura barocca
riprod. frontespizio originale
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Vedi qui ora un rarissimo ERBOLARIO

L'ERBORISTA (AROMATARIO) INCISIONE TRATTA DALL'OPUS PANDECTARUM MEDICINAE DI M. SILVATICO (TORINO, 1526).
DAPPRIMA NELL'ANTICHITA' CLASSICA SI EBBERO I "RIZOTOMI"
, CHE SPESSO TRASCRISSERO LE RISULTANZE DELLE LORO INVESTIGAZIONI: POI, ATTRAVERSO LA DECADENZA DELL'IMPERO ROMANO SI AFFERMARONO (NON SENZA L'UTILE INFLUSSO DELLA SCIENZA ARABA) VERI E PROPRI "SCIENZIATI DELLE ERBE", DESTINATI A FAR EVOLVERE SEMPRE DI PIU' LA CONOSCENZA DELLE PIANTE, IN PARTICOLARE DI QUELLE POSTE ALLA BASE DI OGNI TERAPIA, QUELLE DENOMINATE I
SEMPLICI.
SUCCESSIVAMENTE QUESTI INDAGATORI DELLA NATURA SI SOFFERMARONO SUL PIU' VARIEGATO CAMPO DI TUTTE LE PIANTE MEDICAMENTOSE: PROPRIAMENTE AVEVANO NOME DI AROMATARI (PARECCHIO TEMPO DOPO DEFINITI ERBORISTI E QUINDI ANCHE "FITOTERAPISTI").
BENCHE' L'ATTIVITA' DELL'AROMATARIO SIA NATA IN CONTESTO RELIGIOSO, CON IL TEMPO, LA CHIESA ROMANA INTERVENNE A REGOLARE L'ATTIVITA' DEGLI AROMATARI DI AMBIENTE ECCLESIASTICO ATTESA LA GRANDE FORTUNA CHE ALCUNI PROFESSIONISTI, SOPRATTUTTO LAICI E TALORA SOLTANTO MERCANTI DI MERAVIGLIE, ANDAVANO ACCUMULANDO: QUESTO GIUSTIFICA LA PRESENZA DELLA VOCE "AROMATARIO" CONTENUTA NELLA BIBLIOTHECA CANONICA... DEL FRANCESCANO LUCIO FERRARIS































La MEDICINA POPOLARE costituì da sempre un importante patrimonio di conoscenze anche se spesso essa entrò in contrasto coi contenuti della MEDICINA UFFICIALE.
Le conoscenze empiriche degli individui, dopo il crollo dell'IMPERO DI ROMA e la dispersione della sua cultura compresa quella MEDICA, risultarono arricchite e razionalmente organizzate dall'avvento dei BENEDETTINI che portarono i contributi della loro sapienza agronomica avvicinando presto la gente alla rivoluzione ECONOMICA DELLA GRANGIA ed a quella "scientifica" di una riscoperta erboristeria per cui avevano imparato ad estrarre (catalogando negli ERBARI le loro acquisizioni) da PIANTE OFFICINALI ("ERBE CURATIVE"), tramite i loro moderni LABORATORI DI DISTILLAZIONE prodotti e derivati veramente curativi.
In effetti già nel "CAPITOLARE DI CARLO MAGNO" era elencato il nome delle piante officinali da coltivare: l'opera in effetti era singolarmente ispirata dall'influsso esercitato nel Medioevo sulla medicina dall'erudito e medico teorico romsano Pedanio Dioscoride le cui ricette, sopravvissute alle devastazioni, restarono un patrimonio di sapienza cui si attinse volentieri nell'età di mezzo.
Nel CAPITOLARIO vennero elencati i SEMPLICI cioè le piante base dell'erboristeria, quelle che raccolte dall'AROMATARIO, erano fondamentali per elaborare delle possibili cure.
Erano 16: si trattava dell'assenzio, del crescione, del finocchio, della malva, del fienogreco, del giglio, del ligustro, della lunaria selvatica, del melone, della menta, del pulegro, della salvia, del tanaceto, della santoreggia e del rosmarino.
Abitualmente i fermaci ricavati da queste piante, in unione con altre volta per volta utili, erano le TISANE da bere mentre avverso le costipazioni si faceva ricorso ai FUMENTI: affonda in queste radici, contro le affezioni delle vie respiratorie, l'abitudine popolare di far respirare al malato foglie di eucalipto e di tiglio messe nell'acqua bollente.
Il finocchio e la genziana erano invece usate contro i disturbi gastro-intestinali: per guarire dalle affezioni delle vie urinarie si ricorreva invece a tisane di zucca, di radici di canna, dell'erba parietaria o gambarossa, dell'origano e della gramigna.
Si potrebbe parlare di tanti "AROMATARII" ma basti qui citare due nomi celeberrimi, quelli di
ARNALDO DI VILLANOVA ED AMATO LUSITANO: in merito però all'ATTIVITA' MONASTICA è da menzionare come ogni cenobio, monastero o convento avesse il proprio GIARDINO DEI SEMPLICI facilmente identificabile dal lato "topografico" nel giardino del chiostro" e così come ovinque nel purtroppo, oggi, alterato CHIOSTRO CONVENTUALE DI S. AGOSTINO (vedi LETTERA X).
Oggi si tende forse un po' troppo a semplificare i dati e non di rado si banalizza una VITA COMUNITARIA MONASTICA E FRATESCA all'interno dei CONVENTI scandita invece da REGOLE PRECISE, anche per i REGOLARI PRATICANTI L'ARTE DEGLI AROMATARI: e qualche volta ne patisce la verità a scapito dei lettori.
Forse è attualmente impopolare riprodurre documenti in latino tardomedievale e postrinascimentale ma alla fine ciò diventa necessario non solo per confortare la serietà di un lavoro ma anche per offrire a chi intenda approfondire o svolgere ulteriori investigazioni un "banco documentario" di provata serietà e concretezza.