Alla fine del XIX secolo al I posto fra le cause di morte esisteva la TUBERCOLOSI di cui la forma più diffusa e letale era la TISI o TUBERCOLOSI POLMONARE.
Il male, particolarmente incidente nei complessi demici del settentrione italiano, attirò l'interesse degli studiosi sulle sue caratteristiche di MALE SOCIALE in seguito alle scoperte di KOCH che riuscì nel 1882 ad isolarne l'agente eziologico, provando che non si trattava affatto di MALATTIA EREDITARIA ma di MORBO CONTAGIOSO: è comunque da precisare che, prima delle osservazioni di questi celebri studiosi, verso la fine del '700 era già stato sviluppato da MATTEO SALVATORI il primo dettagliato studio di questa grave malattia entro un'OPERA cui sembra riferirsi in alcune sue considerazioni anche l'autore ligure del MANOSCRITTO WENZEL.
Si finì quindi col prestare attenzione alle CAUSE PREDISPONENTI (per esempio le carenze nutritive e lo stato igienico delle residenze) e furono evidenziate le responsabilità del lavoro femminile, tanto quello svolto nelle industrie tessili (irritazione polmonare derivante dal pulviscolo del cotone e di altre materie prime) sia quello svolto in casa, entro locali che l'uso promiscuo di abitazione e luogo di lavoro poneva spesso al di sotto della soglia richiesta dalle basilari norme igieniche da rispettare (vedi AA.VV., Storia d'Italia. Annali 7. Malattia e medicina, a cura di F. Della Paruta, Einaudi, Torino, 1984).