informatizzazione a cura di B. Durante

VITTORIA COLONNA appartenne alla nobile famiglia dei Colonna in quanto figlia di Fabrizio Colonna e di Agnese di Montefeltro, dei Duchi di Urbino.
Ella stessa ebbe il titolo di marchesa di Pescara. I Colonna erano, in quegli anni, alleati della famiglia D’Avalos e, per suggellare tale alleanza, concordarono il matrimonio fra Vittoria e Ferdinando Francesco quando ancora erano bambini.
I due si sposarono il 27 dicembre 1509 ad Ischia, nel Castello Aragonese. Il matrimonio, sebbene combinato per servire le politiche di famiglia, riuscì anche dal punto di vista sentimentale ma i due coniugi non trascorsero molto tempo insieme a Ischia, dove si erano stabiliti, perché Ferdinando Francesco nel 1511 partì in guerra agli ordini del suocero per combattere per la Spagna contro la Francia.
Fu preso prigioniero in occasione della Battaglia di Ravenna nel 1512 e deportato in Francia.
Successivamente, divenne un ufficiale dell’esercito di Carlo V e rimase gravemente ferito durante la Battaglia di Pavia, il 24 febbraio 1525.
Vittoria partì subito per raggiungerlo ma la notizia della sua morte la raggiunse mentre era in viaggio.
Cadde in depressione e meditò il suicidio ma riuscì a superarla anche grazie alla vicinanza dei suoi amici.
Decise di ritirarsi in convento a Roma e strinse amicizie con varie personalità ecclesiastiche che alimentavano una corrente di riforma all’interno della Chiesa Cattolica, tra cui, soprattutto, Juan de Valdés.
Non rimase a lungo in pace perché il fratello, Ascanio Colonna, entrò in conflitto con il papa, una prima volta con Clemente VII, ed in tale occasione si trasferì a Marino e poi di nuovo a Ischia e cercò di mediare fra i contendenti. Questo, tuttavia, le evitò di vivere in prima persona la vicissitudine del Sacco di Roma (1527) e le consentì di prestare aiuto alla popolazione e di riscattare prigionieri anche ricorrendo alle proprie sostanze.
Ritornata a Roma nel 1531, nel 1535 conobbe Pietro Carnesecchi con cui intrecciò un rapporto di amicizia. In seguito, le venne l’ispirazione di compiere un viaggio in Terra santa per cui si trasferì a Ferrara nel 1537, in attesa di ottenere i permessi dal Papa, con l’intenzione di imbarcarsi da Venezia. Tuttavia non partì: la salute malferma la costrinse a rinunciare all’idea. Nel 1539 rientrò a Roma dove divenne amica di Michelangelo Buonarroti che la stimò enormemente e su cui ebbe una grande influenza.
Copia della Crocifissione di Michelangelo nella Cattedrale di Logroño in SpagnaMantenne anche per molti anni una stretta corrispondenza epistolare con Michelangelo che nel 1540 le inviò un piccolo quadro, una Crocefissione per la propria cappella privata; i bozzetti della Crocefissione sono attualmente conservati al British Museum di Londra e al Louvre di Parigi: l'artista aveva dipinto soltanto il Cristo, la Vergine e la Maddalena e, quando nel 1547 Vittoria morì, Michelangelo modificò il quadro raffigurando Vittoria come Maddalena.
Purtroppo, nel 1541 il fratello entrò per la seconda volta in conflitto con papa Paolo III, giungendo a fomentare una rivolta. Vittoria, allora, si trasferì a Viterbo dove conobbe il cardinal Reginald Pole.
Nel 1544 rientrò a Roma dove, nel 1547 la colse la morte che, probabilmente, le risparmiò un'inchiesta dell'inquisizione che perseguitò molti dei suoi amici. Le sue opere comprendono poemi d’amore per il marito, le Rime, suddivise in Rime amorose e Rime Spirituali, ispirate allo stile di Francesco Petrarca, e composizioni in prosa di tema religioso tra cui il Pianto sulla passione di Cristo e l’Orazione sull’Ave Maria. Segue un elenco essenziale di alcune edizioni degli scritti di Vittoria Colonna, a cominciare da quelle pubblicate come poetessa ancora in vita:
Rime de la diuina Vittoria Colonna, In Parma, Antonio Viotti, 1538; e successive numerosissime edizioni.
Le rime spirituali della illustrissima signora Vittoria Colonna marchesana di Pescara. Non piu stampate da pochissime infuori, le quali altroue corrotte, et qui corrette si leggono, In Vinegia, appresso Vincenzo Valgrisi, 1546; e successive edizioni;
Pianto della marchesa di Pescara sopra la passione di Christo. Oratione della medesima, sopra l'Aue Maria. Oratione fatta il Venerdi santo, sopra la passione di Christo, In Venetia, Paolo Manuzio, 1556; e successive edizioni;
Sonetti in morte di Francesco Ferrante d'Avalos marchese di Pescara, edizione del ms. XIII.G.43 della Biblioteca nazionale di Napoli a cura di Tobia R. Toscano, Milano, G. Mondadori, 1998;
Vedi:
Rime e lettere di Vittoria Colonna, marchesana di Pescara, Firenze, G. Barbera, 1860;
Lettere di Vittoria Colonna tratte da un codice della Capitolar biblioteca di Verona, a cura di Barbara Masutti, Verona, Vicentini e Franchini, 1868;
Lettere inedite di Vittoria Colonna marchesana di Pescara ed altri documenti storici relativi ai Colonnesi, Roma, Tip. Barbera, 1875;
Lettere inedite di Vittoria Colonna e Benedetto Varchi, pubblicate con note da Abd-El-Kader Salza, Firenze, Tip. Pei minori corrigendi, 1898;
Nuove lettere inedite di Vittoria Colonna, a cura di Pietro Tacchi-Venturi, Roma, tip. Poliglotta, 1901;
Carteggio di Vittoria Colonna marchesa di Pescara, raccolto e pubblicato da Ermanno Ferrero e Giuseppe Muller, Torino, E. Loescher, 1889;
Bibliografia essenziale:
Alessandro Morpurgo, Vittoria Colonna. Cenni storici e letterari, Trieste, Stab. Tip. G. Caprin, 1888;
Alfred von Reumont, Vittoria Colonna marchesa di Pescara. Vita, fede e poesia nel secolo decimosesto, versione di Giuseppe Muller ed Ermanno Ferrero, 2. ed., Torino, Firenze, Roma, E. Loescher, 1892;
Guido Cimino, Il crocifisso di Michelangelo per Vittoria Colonna, storia di un ritrovamento, Roma, Cremonese, 1967;
Giuseppe Pietrocola, Vittoria Colonna (1492-1547), Vasto, Histonium, 1993;
Amy A. Bernardy, La vita e l'opera di Vittoria Colonna, Firenze, Felice Le Monnier, 1927;
Isabella Teotochi Albrizzi, Ritratti e Vita di Vittoria Colonna, coi frammenti di un romanzo autobiografico di Ugo Foscolo ; a cura di Tommaso Bozza, Roma, Tumminelli, 1946;
Carlo De Frede, Vittoria Colonna e il suo processo inquisitoriale postumo, Napoli, Giannini, 1989;
[ Da Wikipedia, l'enciclopedia libera]