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Maria de' Medici (Firenze, 26 aprile 1575 – Colonia, 3 luglio 1642) è stata regina consorte di Francia e Navarra come seconda moglie di Enrico IV di Francia dal 1600 al 1610. Maria era la sesta figlia di Francesco I de' Medici (1541-1587), granduca di Toscana, e di Giovanna d'Austria (1548-1578), arciduchessa d'Austria, figlia di Ferdinando I del Sacro Romano Impero e di Anna Jagellone. Passò un'infanzia triste e solitaria, al palazzo Pitti, dato che rimase orfana di madre a 5 anni e di padre a 12 anni. Suo zio Ferdinando I de' Medici salì sul trono di Toscana e sposò Cristina di Lorena, nipote della regina di Francia Caterina de' Medici. Nonostante il desiderio di favorire la propria dinastia, si preoccupò di fornire ai nipoti rimasti orfani una buona educazione. Maria apprezzava particolarmente le discipline scientifiche e soprattutto le scienze naturali, e si appassionerà ai gioielli e alle pietre preziose. Vicina agli artisti della sua Firenze natale, fu formata nel disegno, disciplina in cui si mostrò molto dotata, da Jacopo Ligozzi; era anche appassionata di musica (canto e pratica della chitarra e del liuto) e apprezzava il teatro e la danza. Fisicamente, divenne una donna di bell'aspetto, grande, robusta. Aveva un incarnato bianco, piccoli occhi e capelli castani. Molto devota, si riteneva che avesse scarso giudizio e scarsa ampiezza di vedute e che, intellettualmente, fosse dipendente del suo entourage. Indolente e disinvolta, aveva per soli compagni le due sorelle, Anna ed Eleonora, e un fratello. Il fratello e la sorella Anna morirono entrambi molto giovani, non le rimase quindi che la sorella maggiore Eleonora che, qualche anno dopo, sposerà il duca di Mantova. Dopo il matrimonio di Eleonora, non le rimase come compagno di giochi che il cugino germano Virginio Orsini, al quale porterà sempre il suo affetto. Le ricchezze dei Medici attirarono verso Maria numerosi pretendenti, come conte di Vaudémont, fratello minore di Cristina di Lorena, granduchessa di Toscana, ma soprattutto zia e tutrice di Maria. Ma un partito molto più prestigioso si presentò con il re di Francia Enrico IV. Il matrimonio di Enrico IV con Maria de' Medici era la soluzione per il re di Francia alle preoccupazioni dinastiche e finanziarie. Maria de' Medici era la nipote dell'imperatore romano germanico Ferdinando I, che le permise di assicurare una discendenza reale in Francia. In più i Medici, banchieri creditori del re di Francia, promettevano una dote di 600 000 scudi d'oro (2 milioni di livre di cui 1 milione pagato in contanti per annullare il debito contratto dalla Francia con la banca Medici), che darà alla regina il soprannome di «la grossa banchiera» (espressione della sua rivale gelosa, l'amante del re Henriette d'Entragues). Il contratto di matrimonio fu firmato a Parigi nel marzo 1600 e le cerimonie ufficiali furono organizzate in Toscana e in Francia dal mese d'ottobre al mese di dicembre dello stesso anno: il matrimonio per procura ebbe luogo a Firenze in assenza del re, che delegò il suo favorito Roger de Bellegarde che "sposò" Maria il 5 ottobre nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. La futura regina lasciò Firenze per Livorno il 23 ottobre, accompagnata da duemila persone che costituivano il suo seguito, e s'imbarcò infine per Marsiglia, dove arrivò il 3 novembre. Fu Antoinette de Pons, marchesa di Guercheville e dama d'onore della futura regina, che fu incaricata di accoglierla. La marchesa ha saputo resistere ai progetti galanti del re che le diceva « Anche se siete realmente dama d'onore, voi sarete come mia moglie». Dopo il suo arrivo, Maria de' Medici raggiunse Lione il 3 dicembre. Si rincontrarono il 9 dicembre e, dopo la cena, passeranno la prima notte di nozze. Il 17 dicembre, il legato pontificio arrivò, donando la sua benedizione alla cerimonia religiosa del matrimonio. La regina rimase presto incinta e mise al mondo il delfino Luigi il 27 settembre 1601, con grande gioia del re e del regno che attendeva la nascita di un delfino da più di quarant'anni. Maria continuò il suo ruolo di sposa e diede a suo marito una numerosa progenie (6 figli nell'arco di 9 anni), eccetto gli anni 1603-1606, periodo in cui Enrico IV portò le sue attenzioni verso le sue amanti. Maria de' Medici non s'intese sempre con Enrico IV. Di temperamento geloso, non sopportava le sue scappatelle e le numerose indelicatezze del suo sposo nei suoi confronti. In effetti, egli la obbligò a sopportarle e le rifiutò spesso il denaro necessario per sostenere tutte le spese che lei intendeva effettuare per manifestare a tutti il suo rango reale. Scene domestiche ebbero luogo, seguite da periodi di pace relativa. Maria de' Medici teneva molto al farsi incoronare ufficialmente regina di Francia, ma Enrico IV, per diverse ragioni, politiche soprattutto, rifiutò la cerimonia. Bisognò aspettare il 13 maggio 1610 e il progetto di una lunga assenza del re — Enrico IV partì per condurre "una passeggiata armata" al fine di regolare un conflitto politico tra i principi del Sacro Romano Impero, l'affare di Clèves e Juliers — perché la regina fosse incoronata nella basilica di Saint Denis e facesse la sue entrata ufficiale a Parigi. Il giorno dopo, il re venne assassinato. Quando Enrico IV morì assassinato da François Ravaillac il 14 maggio 1610, Maria de' Medici assunse la reggenza a nome di suo figlio, Luigi XIII, di soli otto anni e molto giovane per regnare. Alcuni pensano che sia stata complice nell'assassinio del marito, soprattutto perché il duca d'Épernon, il più fedele dei suoi partigiani, conosceva l'assassino ed era stato il suo protettore. La politica estera di Maria, fortemente influenzata dai suoi consiglieri italiani, fu, al contrario di quella di suo marito, determinata da una forte alleanza con la monarchia spagnola ed orientata quindi più verso il cattolicesimo che il protestantesimo, come invece avrebbe voluto Enrico IV. Il primo passo in questa direzione fu determinato dal matrimonio di suo figlio Luigi con l'infanta Anna (poi nota come Anna d'Austria), il 28 novembre 1615, e quello di sua figlia Elisabetta con l'infante Filippo, futuro Filippo IV di Spagna nel 1615, in direzione completamente opposta rispetto ai patti stipulati da Enrico IV di Francia col Duca Carlo Emanuele I di Savoia poco prima dell'assassinio, con il Trattato di Bruzolo del 25 aprile 1610. La politica interna fu invece un fallimento. Durante il suo regno Maria assistette impotente alle rivolte dei principi protestanti. Nell'aprile del 1617 suo figlio, Luigi XIII, la esautorò e fu costretta a ritirarsi nel castello di Blois. Nel 1622 Maria fu comunque riammessa a far parte del Consiglio di Stato. Per cercare di riottenere il proprio posto di regnante, Maria, ricorrendo a tutta la propria influenza, sostenne l'avanzata del duca di Richelieu che fu nominato cardinale nel 1622 ed entrò a far parte del Consiglio reale nel 1624. Richelieu si rivelò ben presto contrario alla politica estera di Maria e rovesciò tutte le alleanze spagnole fino ad allora consolidate. Maria cercò di opporsi in ogni modo, ricorrendo anche ad un complotto contro il Richelieu insieme al figlio Gastone e ad altri membri della nobiltà (il cosiddetto Parti dévot, cioè Partito devoto) ma proprio a seguito del fallimento del complotto nel 1630 perse ogni autorità e fu costretta agli arresti domiciliari a Compiègne (inizio 1631) e quindi mandata in esilio a Bruxelles. Sulla sua morte, avvenuta a Colonia nel 1642, vi sono pochi documenti certi al punto che alcuni ipotizzano che abbia trascorso alcuni anni nella casa-studio del pittore Rubens per poi morire sola ed abbandonata da tutti. André Castelot, Maria de' Medici - Un'italiana alla corte di Francia, Milano, Rizzoli, 1996. - Benedetta Craveri, Amanti e regine. Il potere delle donne, Milano, Adelphi, 2007, ISBN 88-459-1999-4. - Rita Stefanelli Sciarpetti, Maria de’ Medici e il Cardinale Richelieu. Il Conflitto, Trento, Edizioni del Faro, 2016, ISBN 978-88-6537-402-3. - Guido Gerosa, Il Re Sole. Vita privata e pubblica di Luigi XIV, Milano, Mondadori, 1998, ISBN 88-04-47181-6. - Maria Luisa Mariotti Masi, Maria de' Medici, Milano, Mursia, 1994. - Stefano Tabacchi, Maria de' Medici, 2012, Salerno editrice, Roma, ISBN 978-88-8402-750-4. - (FR) Philippe Delorme, Marie de Médicis, Pygmalion, 1998. - Robert E. Hallowell, The Role of French Writers in the Royal Entries of Marie De' Medici in 1600, Studies in Philology, Vol. 66, No. 2 (Apr., 1969), pp. 182-203 [voce tratta da Wikipedia, l'Enciclopedia Libera on Line]

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