inf. Durante Nell'immagine si vede, usando una comunicazione vernacolare, un PORTOGALLO cioè un ARANCIO DOLCE (da un'opera di A. Risso, Essai sur l'Histoire naturelle des oranges bigaradiers limettiers, cedratiers, limoniers ou citroniers cultives dans le departemente des Alpes Maritimes, Paris, 1813). Il celebre studioso affronta la mai risolta questione della provenienza in Europa dell'ARANCIO DOLCE.
Tutti gli studiosi sono ormai d'accordo nel ritenere che l'ARANCIO DOLCE provenga dal GIAPPONE e quindi dalle isole del Pacifico mentre varie sono le teorie sui meccanismi ed i tragitti che lo hanno condotto in Europa.
Secondo una certa scuola la base di partenza sarebbe stata l'ARABIA donde i fruti sarebbero giunti in Grecia, nell'arcipelago greco e quindi in Italia. Un'altra ipotesi, altrettanto accreditata presuppone invece che gli ARANCI DOLCI siano risaliti per l' AFRICA SETTENTRIONALE, la MAURITANIA e da qui sian penetrati in SPAGNA.
Le incertezze sono rilevanti ma lo stesso A. RISSO, plausibilmente tuttora il più straordinario conoscitore dell'agrumicoltura tra Liguria e Francia, apre una strada molto interessante sui percorsi dell'ARANCIO DOLCE e scrive:"Se si pensa al nome volgare che hli ARANCI hanno nel nostro paese, ci sono pervenuti dalle coste del Portogallo (ed infatti l'ARANCIO DOLCE è, su vasta scala e pur attraverso alterazioni linguistiche di vari dialetti e idiomi, sempre nominato PORTOGALLO). Un documento indubbiamente utilissimo per scoprire aspetti anche non ufficiali del Ponente ligure come il Manoscritto Borea cita di frequente il PORTOGALLO: lo troviamo menzionato, con altri agrumi, nella cronistoria di annate spesso assai difficili: 1670 - 1780 - 1789 - 1814 - 1815.


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