cultura barocca
Vedi qui il testo di riferimento del '500 e leggi la Vita e le Opere di Paolo Abate L'immagine è tratta dal citato testo di riferimento = vedi San Paolo il Primo Eremita nei rapporti con Sant'Antonio Abate = Paolo di Tebe, ricordato come Paolo il Primo Eremita (Egitto, 230 circa – Tebaide, 335 circa), è considerato dalla tradizione cristiana il primo eremita [vedi qui qui Anacoretismo orientale e Monachesimo insulare e orientaleggiante e pure Eremitismo balmitico - Eremitismo di grotta ] = il Santo è venerato dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa Ortodossa e da quella copta. La fonte per la vita di Paolo è la Vita Sancti Pauli primi eremitae risalente alla seconda metà del IV secolo e scritta da san Girolamo durante il suo soggiorno nel deserto di Calcide (Siria), negli anni 375-377. La prima edizione critica della Vita Sancti Pauli è stata pubblicata da Bazyli Degórski [ Bazyli Degórski (ed.), Edizione critica della Vita Sancti Pauli Primi Eremitae di Girolamo, Institutum Patristicum "Augustinianum", Roma 1987; traduzione italiana: Bazyli Degórski (ed.), San Girolamo. Vite degli eremiti: Paolo, Ilarione, Malco, Collana di Testi Patristici, 126, Città Nuova Editrice, Roma 1996, pp. 63-89.20; Bazyli Degórski (ed.), Hieronymi historica et hagiographica. Vita Beati Pauli monachi Thebaei. Vita Hilarionis. Vita Malchi monachi captivi. Epistula praefatoria in Chronicis Eusebii Caesariensis. Chronicorum Eusebii Caesariensis continuatio. De viris inlustribus. In Regulae S. Pachomii versionem praefatio || Girolamo. Opere storiche e agiografiche. Vita di san Paolo, eremita di Tebe. Vita di Ilarione. Vita di Malco, l’eremita prigioniero. Prefazione alla traduzione delle Cronache di Eusebio di Cesarea. Continuazione delle Cronache di Eusebio di Cesarea. Gli uomini illustri. Prefazione alla traduzione della Regola di Pacomio [= Hieronymi opera, XV || Opere di Girolamo, XV], Città Nuova, Roma 2014, pp. 73-115)]. La fonte per la vita di Paolo è la Vita Sancti Pauli primi eremitae risalente alla seconda metà del IV secolo e scritta da san Girolamo durante il suo soggiorno nel deserto di Calcide (Siria), negli anni 375-377 = durante la persecuzione degli imperatori romani Decio e Valeriano (una persecuzione molto capillare e particolarmente cruenta anche se breve), Paolo, giovane cristiano egiziano di ricca famiglia e molto colto, fu costretto a lasciare la città per il deserto, in quanto era stato denunciato come cristiano da familiari desiderosi di entrare in possesso del suo patrimonio. Paolo si rifugiò nelle montagne del deserto della Tebaide dove trovò rifugio in una grotta nelle cui vicinanze si trovava una sorgente d'acqua e un albero di palma. Dalla palma traeva le foglie che intrecciava per fare il suo abito e i datteri con cui si nutrì fino all'età di circa 43 anni, quando un corvo cominciò a portargli ogni giorno un mezzo pane. All'avvicinarsi della sua morte, ricevette la visita di Antonio, altro grande eremita, detto l'abate per essere stato il primo responsabile di una comunità di monaci, cioè un cenobio. A costui Paolo espresse il desiderio di essere sepolto avvolto nel mantello che Antonio aveva ricevuto in dono dal vescovo Atanasio. La sua richiesta fu accolta e Antonio lo seppellì avvolto in questo mantello, in una fossa scavata, sempre secondo la Vita geronimiana, da due leoni. Per questo nell'iconografia è tradizionalmente rappresentato vestito con un abito di foglie di palma intrecciate, attorniato da un corvo e da due leoni. La ricorrenza liturgica di San Paolo di Tebe viene celebrata il 15 gennaio; nel sinassario ortodosso l'apolitikion del santo recita = Ispirato dal Santo Spirito, per primo hai abitato nel deserto, imitando lo zelo di Elia, nutrito da un uccello , e da Sant'Antonio sei stato fatto conoscere al mondo come simile agli Angeli. Paolo Santo, supplica Cristo Dio di donarci la grande misericordia. Secondo lo studioso Renato D'Antiga (Venezia il porto dei santi, Padova, Casa dei Libri Editore, 2008) la parte più consistente delle reliquie di San Paolo di Tebe sono state murate sopra l'altare maggiore della Rettoria di San Zulian a Venezia. Nell'iconografia tradizionale è spesso ritratto assieme ad Antonio, con il corvo, i due leoni e la sua tunica fatta di foglie di palma intrecciata. A Paolo di Tebe si ispira l'Ordine di San Paolo Primo Eremita (Monaci Paolini), sorto in Ungheria nel XIII secolo. L'Ordine dei Paolini è ancora presente ai nostri giorni, in particolare in Polonia, ma anche in Italia: a Roma (due monasteri), a Ravenna (S. Maria in Porto), ad Acquasanta (GE; fino al 2013), a Selvaggio (Giaveno, TO) [testo tratto ed integrato con collegamenti multiediali da "Wikipedia, l'Enciclopedia Libera on line"]

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