DA "LE ERBE...", GINEVRA, FERNI, '77

Vi sono varie specie di MENTA: la MENTA ACQUATICA (nei fossati e nei luoghi umidi), la MENTA ROTONDIFOGLIA (che pure cresce nei posti umidi), la MENTA SILVESTRE (nelle siepi, nei campi e nei luoghi umidi), la MENTA VERDE, la MENTA PULEGGIO, la MENTA CAMPESTRE (vi sono poi le piante coltivate come la MENTA PIPERITA). Sulla coltivazione della MENTA un celebre erborista, il Lieutaghi, ha scritto :"si tratta dell'ultima delle grandi medicine di un tempo, principessa detronizzata e alla quale rimangono solo il nome e la grazia come tesori, e che deve solo al suo profumo se non è caduta nell'oblio". Nei paesi arabi ad es. mazzetti di menta portati nelle gerle dagli asinelli profumano tutti i mercati. Arriva la menta e le mosche e le zanzare si mettono in fuga. Nei periodi di gran caldo non è raro vedere passeggiare gli indigeni con un sacco di menta fresca in mano nel quale affondano continuamente il naso. Le indubbie qualità antisettiche attribuite alla menta se inducono tuttora le popolazioni del terzo mondo ad usarla comne un profilattico contro le epidemie incoraggiavano i MEDICI del Medioevo e del Rinascimento ad accostarsi ai malati tenendo davanti alla bocca una spugna imbevuta di aceto o un sacchetto di menta: esperienza purtroppo vana data la virulenza di tale morbo. Anticamente -e questo anche nella Liguria ponentina- i siti infestati dalle pulci venivano liberati facendovi bruciare dei fusti di menta fin a quando i fastidiosi insetti non si allontanavano. A livello popolare le opinioni sulla MENTA E I CONSEGUENTI USI erano comunque vari. Per esempio la MENTA impedisce al latte di cagliare. Col succo fresco della pianta di menta le padrone di casa sfregavano le mele "a rischio" impedendo loro di marcire. E peraltro i certe contrade la MENTA era posta un pò in ogni casa per far sì che l'acre odore tenesse lontani topi e roditori. Da queste considerazioni il passo alla magia nel Medioevo fu abbastanza facile. Si credeva che, onde far guarire un malato tormentato dalla febbre, costui dovesse recarsi per tre giorni consecutivi, prima del levar del sole, innanzi ad una pianta di MENTA deponendovi intorno del pane o del vino, del sale o del pepe e, salutando quindi con trasporto la pianta, comunicarle che essasi sarebbe essiccata una volta che la febbre l'avrebbe colpita. Secondo la leggenda l'evento terapeutico sarebbe stato quasi certo e la febbre dall'uomo si sarebbe trasferita sulla pianta al segno di distruggere: non v'è da far commenti su questa fantasia ma il credo popolare che attribuiiva siffatti poteri alla pianta non era altro che la trasposizione in favola del pubblico convincimento sulle sue capacità curative.