FORTUNIO LICETI (Rapallo 1577 - Padova 1657) insegnò logica e filosofia a Pisa, Padova (dove si conserva la statua sopra effigiata) e Bologna: finalmente nel 1645 divenne docente di medicina a Padova.
Questa breve rassegna della sua attività cattedrattica risponde alla molteplicità dei suoi interessi che si spinsero fino all'archeologia ed all'antiquaria con il De lucernis antiquorum reconditis, in quattro libri (Deuchino, Venezia, 1618) e il volume Hieroglyphica, sive antiqua schemata gemmarum anularium (Sardi, Padova, 1653) che affrontava un discorso di influssi astrologici e magnetici molto antico ed assolutamente in voga all'epoca.
Tuttavia le opere che gli diedero maggior fama furono quelle connesse alla sua ricerca medico-scientifica come il De spontaneo viventium ortu (4 libri, per il Bolzeta, Vicenza, 1618) e soprattutto il De monstrorum causis, natura et differentiis (in 2 libri, per il Crivellari, Padova, 1616).
Proprio grazie al De monstrorum causis, natura et differentiis il LICETI occupa un posto molto importante nella storia dei mostri. La leggenda della sua biografia è interessante.
Nacque prematuro nel 1577 su una nave che durante una tempesta cercava, da Recco, di raggiungere Rapallo. Secondo la tradizione il feto, sebbene completamente formato, non era più grande di un palmo di una mano.
Il padre, che era medico, utilizzando un'antica tecnica egiziana per far schiudere le uova, costruì una sorta di forno con la temperatura controllata che sembra essere stata una vera e propria proto-incubatrice in grado di fare sopravvivere il neonato che, per questo, fu chiamato Fortunio.
L'opera di Liceti parte da una definizione del mostruoso che rimanda al significato originario dell'etimologia: col termine "mostro" si indica tutto ciò che suscita ammirazione, sorpresa e meraviglia, in modo sia negativo che positivo. Una donna bellissima, continua Liceti, è perciò un mostro, mentre la deformità di uno storpio non lo è, in quanto non suscita alcuna meraviglia.
Vi è poi il tentativo di distinguere il mostro dalla natura mostruosa di un evento: se una donna partorisce un serpente o una rana ciò non è un mostro, è semplicemente un evento mostruoso, perché le creature generate, in sé, non hanno nulla di mostruoso. Diverso è il caso di una creatura che differisce dai genitori per gravi anomalie anatomiche, come il bambino con quattro teste, o alcuni maiali con la testa d'uomo.
Ogni descrizione di un mostro, per avere la giusta credibilità, è presentata insieme alle testimonianze di notabili, medici, curati, governanti, re e imperatori veri o presunti che fossero: spesso vengono scomodati anche personaggi illustri. Così, Aristotele - che sappiamo che aveva escluso questo genere di cose - avrebbe visto un bambino con la testa di ariete, mentre il rabbino Mosè avrebbe testimoniato che un certo anno tutte le donne siciliane partorirono bambini deformi, alcuni dei quali con due teste.
Per questi aspetti in tutto il De monstrorum natura si avverte l'influenza di Paré, da cui sono ripresi numerosissimi esempi, descrizioni e illustrazioni.
Nonostante un maggior rigore rispetto al passato si ritrovano tutte le storie e le illustrazioni dell'uomo con il collo e la testa d'oca, della donna con le orecchie sulle spalle e gli occhi sulla schiena, della creatura mezzo uomo e mezzo cane e così via.
Liceti opera una classificazione dei mostri distinguendo mostri uniformi e multiformi; questi gruppi, a loro volta, sono suddivisi in 10 classi.
Le cause delle mostruosità sono molteplici: l'imperfezione del seme, la sovrabbondanza della materia, l'immaginazione delle madri, i traumi, gli interventi demoniaci.
Il bambino focomelico di Paperville, osservato a Parigi nel 1573 e descritto già da Paré, viene spiegato - sul modello di Aristotele - attraverso la scarsità di calore del seme che, viceversa, se è eccessivo genera i mostri per eccesso.
Allo stesso modo si spiega il caso di un mostro acefalo con le orecchie sulle spalle e gli occhi sul dorso - anche questo descritto per la prima volta da Paré - nato nel novembre del 1562, e la ragazza affetta da ciclopia nata a Firmi il 12 luglio 1624.
I mostri doppi sono spiegati attraverso cause meccaniche e naturali come la ristrettezza dell'utero, oppure ricorrendo alla mancanza di materia nella formazione di due gemelli, con il risultato di un'unione. Tra questi, per esempio, il caso di "Giano" che ha due facce con un membro virile al posto del naso.
Tra i mostri composti viene descritto un bimbo con la testa d'oca, accreditato dalla testimonianza dell'arcivescovo di Ravenna Pier Damiani che identificava il mostro come figlio di Roberto II, re di Francia. In questo caso il mostro viene interpretato come un prodigio dal significato divino.
La galleria dei mostri è molto ampia, c'è un bambino con i piedi e le mani palmate che probabilmente era un caso di sindattilia, un'anomalia che consiste nella saldatura delle dita.
Sono poi descritti numerosi mostri mezzo uomo e mezzo animale, come il leoncino con la testa d'uomo. Questi sono ricondotti a rapporti sessuali innaturali - come il vitello con la testa umana - oppure all'effetto dell'immaginazione della madre sul feto, cosa che avrebbe causato la generazione di un bambino con la testa di rana.
L'uovo che conteneva una testa umana con capelli e barba fatta di serpenti, trovato il 15 marzo 1569 ad Autun, in Borgogna, a casa dell'avvocato Baucheron, può avere svariate spiegazioni.
Se per Paré la causa era l'eccessiva quantità di seme, per Liceti più probabilmente un uomo si sarebbe accoppiato con una gallina e il seme, corrompendosi, sarebbe diventato veleno producendo i serpenti.
Oppure la gallina, dopo aver beccato per terra il seme di un uomo, del sangue mestruale e delle uova di serpe, successivamente potrebbe essere stata fecondata dal gallo. In alternativa avrebbe potuto ingerire soltanto del sangue mestruale per poi essersi accoppiata con un serpente.
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