Andrea Mantegna,
Giuditta con la testa di Oloferne,
Tempera e oro su tela, cm 65 x 31,
Montreal, Museum of Fine Arts
Giuditta e Oloferne (Giuditta 13,1-10)
"Rimase solo Giuditta nella tenda e Oloferne buttato sul divano, ubriaco fradicio (Giuditta 13,2)... Avvicinatasi alla colonna del letto che era dalla parte del capo di Oloferne, ne staccò la scimitarra di lui; poi, accostatasi al letto, afferrò la testa di lui per la chioma e disse: "Dammi forza, Signore Dio d'Israele, in questo momento". E con tutta la forza di cui era capace lo colpì due volte al collo e gli staccò la testa ( Giuditta 13,6-8)...Poco dopo uscì e consegnò la testa di Oloferne alla sua ancella... ( Giuditta 13, 9).
Nell' Antico Testamento è narrato l'episodio di Giuditta che salvò la sua città di Betulia dall'assedio di Oloferne, generale del re assiro Nabucodonosor, uccidendolo dopo un banchetto in cui era stato fatto ubriacare, decapitandolo e portando poi il capo ai suoi concittadini ( Giuditta capp. 10-13).