informatizzazione di Bartolomeo Ezio Durante

GIUDA ISCARIOTA (sopra "Il bacio di Giuda" di Cimabue) vissuto, secondo i vangeli, nel I secolo d.C. e morto nell'aprile del 33, è stato uno dei dodici apostoli di Gesù Cristo, ovvero quello che secondo il Nuovo Testamento lo tradì per trenta denari (Matteo 26,14-16).
Giuda è menzionato solo nei Vangeli e all'inizio degli Atti degli apostoli. Secondo quanto detto nei Vangeli, egli teneva il denaro dei discepoli[1] e tradì Gesù indicandolo ai soldati del Sinedrio ebraico per farlo arrestare[2]. Le trenta monete che costituivano il compenso ricevuto da Giuda in cambio del suo tradimento con tutta probabilità non erano, come comunemente noto, denari ma più modesti sicli d'argento di Tiro, le uniche monete accettate al Tempio di Gerusalemme per motivi religiosi dato che gli ebrei non tolleravano la riproduzione di animali o uomini neanche sulle monete. Giuda Iscariota, figlio di Simone, non deve essere confuso con Giuda Tommaso detto Didimo (o con San Giuda Taddeo), che era un altro dei dodici apostoli e fratello di Giacomo di Alfeo. Dopo l'arresto di Gesù da parte dei Romani (ma prima della sua esecuzione), il pentito Giuda restituì la ricompensa ai sacerdoti e morì. Nel Nuovo Testamento vi sono due versioni differenti circa la morte di Giuda: infatti, mentre il Vangelo secondo Matteo racconta che egli si impiccò (27,3-5), gli Atti degli Apostoli (1,18) riportano il resoconto di Pietro, secondo cui Giuda comprò un campo con il prezzo dell'ingiustizia e precipitando si spaccò in mezzo e si sparsero tutte le sue viscere. Ciò fu noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme cosicché quel campo fu chiamato nel dialetto loro Akeldamà, ossia Campo del sangue. Gli Atti continuano dicendo che il suo posto fu poi occupato da San Mattia.
Questioni teologiche
Giuda è stato una figura di grande interesse per molti gruppi esoterici e molte sette gnostiche, a causa dell'apparente contraddizione nell'idea del "tradimento di Dio". Infatti questa idea implica una delle seguenti alternative: a) Gesù non poté prevedere il tradimento di Giuda; b) Gesù non fu in grado di impedire la sua azione; c) Gesù consentì a Giuda di tradirlo; d) Giuda fu un complice informato sul destino programmato di Gesù. Ireneo registra il pensiero di una setta gnostica, i cainisti, i quali credevano che Giuda fosse uno strumento della Sophia, perciò avvantaggiato dall'odio del Demiurgo. Il suo tradimento di Gesù fu perciò una vittoria sul mondo carnale. I cainisti successivamente si divisero in due gruppi, entrambi lodanti Giuda sopra Gesù Cristo, ma in disaccordo circa il significato di Gesù nella loro cosmologia. I Vangeli canonici suggeriscono che Gesù fosse a conoscenza del tradimento di Giuda e che lo consentì; l'apocrifo Vangelo di Giuda lascia intendere addirittura che vi fosse un'intesa in proposito tra Cristo e il discepolo.
Questioni filosofiche
Giuda è inoltre il soggetto di molti trattati filosofici, compreso The Problem of Natural Evil ( "Il Problema della Malvagità Naturale") di Bertrand Russell e Tre Versioni di Giuda, una breve storia di Jorge Luis Borges. Entrambi dichiarano le varie contraddizioni ideologiche problematiche, con la discrepanza fra le azioni di Giuda e la sua punizione eterna. Se Gesù prevede il tradimento di Giuda allora Giuda non ha nessun libero arbitrio e non può evitare di tradire Gesù. Se Giuda non può controllare il suo tradimento di Gesù, allora, la sua punizione e rappresentazione come traditore nella cultura occidentale non è meritata. Se Giuda è stato mandato all'Inferno per il suo tradimento, ed il suo tradimento era un gradino necessario nella morte di Gesù Cristo per la salvezza umana, allora Giuda è stato punito per la salvezza umana. Se Gesù ha sofferto soltanto mentre moriva sulla croce ed è quindi asceso al Paradiso, mentre Giuda deve soffrire per l'eternità nell'Inferno, allora Giuda ha sofferto per i peccati dell'umanità molto più di Gesù ed il suo ruolo nella penitenza è quindi molto più importante. La Bibbia inoltre dichiara che sulla croce Cristo perdonò coloro che avevano contribuito alla sua morte, dicendo che "non sanno quello che fanno", tuttavia Giuda sembra non essere incluso in questo perdono, poiché invece di chiederlo si suicidò.
Interpretazioni moderne
La maggior parte dei Cristiani moderni, siano essi laici, facenti parte del clero o teologi, considerano ancora Giuda come un traditore. Infatti il termine Giuda è entrato nel linguaggio comune come sinonimo di traditore. Tuttavia, alcuni studiosi hanno abbracciato una teoria alternativa secondo cui Giuda sarebbe stato solamente il negoziatore di un prestabilito scambio di prigioneri (susseguente alla rivolta dei cambiavalute) che consegnò Gesù alle autorità romane di comune accordo, e il successivo ritratto di Giuda come traditore sarebbe una alterazione storica. Nel suo libro Il complotto di Pasqua, il teologo britannico Hugh J. Schonfield sostiene che la crocifissione di Cristo è stato un auto-complotto, mirato al riavverarsi della profezia biblica, e che Giuda agì di concerto con Gesù, il quale consentì al discepolo di consegnare il suo maestro alle autorità. L'ipotesi di Schonfield - che trova anche riscontro nell'apocrifo Vangelo di Giuda - riconosce nelle note azioni di Giuda l'avverarsi della profezia, senza ammettere che le profezie si siano realmente avverate nella storia. Questa interpretazione divenne molto conosciuta al pubblico dal controverso film "L'ultima tentazione di Cristo" di Martin Scorsese. Nel film "Dracula 2000", si suggerisce che Dracula fosse Giuda Iscariota. Questo spiega perché Dracula tema la croce, l'argento e la Bibbia, e perché sia condannato a stare nel mondo in eterno. Nel film Jesus Christ Superstar si mostra dapprima confuso dall'amicizia fra Gesù e Maria Maddalena e poi preoccupato dalla commozione che Gesù stava creando a Gerusalemme, portando alla fine Giuda al 'tradimento'. Si disse che il film gettava una luce favorevole su Giuda. In una memorabile omelia, pronunciata il Giovedì Santo del 1958, don Primo Mazzolari, pur senza discostarsi dalla tradizionale versione della Chiesa Cattolica, propone un'interessante riflessione sulla figura dell'apostolo, appellato "Giuda, fratello nostro".
Etimologia di "Giuda Iscariota"
In greco, nel Nuovo Testamento, Giuda Iscariota è chiamato Ioudas Iskariôth e Iskariôtês. "Judas" è la forma greca del nome comune Giuda (Yehûdâh, in ebraico "lodato"). Cosa significhi "Iscariota" non è chiaro, a parte il suffisso greco "-otes", che è simile all'italiano "-iano" o "'-iota". Tuttavia nessun territorio di nome "Iscaria" è mai esistito. Un possibile luogo di nascita è Keriot-Chezron, menzionato solo nel libro di Giosuè (15, 25): era una delle città poste all`estremità della tribù dei figli di Giuda, verso il confine di Edom, nel Neghev. Keriot non è comunque ricordato in nessun altro testo. Ci sono due ipotesi principali sul significato di questo nome, ciascuna delle quali deve soddisfare alcune aspettative per essere credibile: una etimologia deriva "Iscariota" dall'ebraico Κ–Qrîyôth, cioè "uomo di Kerioth", la città (o più probabilmente l'insieme di città) di Kerioth, in Giudea, in nessun altro modo collegata a nessun evento o personaggio nel Nuovo Testamento, né menzionata in alcun documento del periodo. Poiché l'aramaico era la lingua del tempo, e tutti gli altri personaggi biblici hanno cognomi e soprannomi aramaici, questo nome ebraico-giudaico avrebbe marcato Giuda come diverso rispetto agli altri discepoli della Galilea. Nella seconda, "Iscariota" sarebbe la traduzione dall'ebraico di Ekariot che significa sicario. Durante la dominazione romana della Palestina, il soprannome di Ekariots veniva dato agli zeloti più oltranzisti i quali eseguivano azioni di terrorismo anche in forma isolata.
"In Gerusalemme nacque una nuova forma di banditismo, quella dei così detti sicari (Ekariots), che commettevano assassini in pieno giorno nel mezzo della città. Era specialmente in occasione delle feste che essi si mescolavano alla folla, nascondevano sotto le vesti dei piccoli pugnali e con questi colpivano i loro avversari. Poi, quando questi cadevano, gli assassini si univano a coloro che esprimevano il loro orrore e recitavano così bene da essere creduti e quindi non riconoscibili (Giuseppe Flavio, Guerra Giudaica II- 12)
I termini che indicano i combattenti messianisti sono:
in ebraico: Qanana e Bariona,
in greco: Zelotes e Lestes,
in latino: Sicarii, Latrones e Galilaei (Sicari, Ladroni e Galilei).
È possibile che la voce latina sia stata tradotta in aramaico in un termine simile a "Iscariota". Per certo sappiamo che su alcuni manoscritti antichi anche a questo apostolo si affianca l'appellativo Zelotes (vedi S.G.F. Brandon, Gesù e gli Zeloti, Rizzoli Editore, 1983, Milano e vedi anche Novum Testamentum Graece et latine, E. Nestle, Stuttgart, 1957). Giuda, assieme a Simone Zelota, è il secondo apostolo da annoverare nella cerchia dei messianisti. Inoltre, prova della familiarità con l'uso delle armi nella cerchia degli apostoli, di seguito sono riportate alcune citazioni:
...Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro... Gv+18,10
... Poi disse loro: "Quando vi mandai senza borsa, senza sacca da viaggio e senza calzari, vi è forse mancato qualcosa? Essi risposero: Niente. Ed egli disse loro: 36 Ma ora, chi ha una borsa, la prenda; così pure una sacca; e chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. 37 Perché io vi dico che in me dev'essere adempiuto ciò che è scritto: Egli è stato contato tra i malfattori. Infatti, le cose che si riferiscono a me, stanno per compiersi. 38 Ed essi dissero: Signore, ecco qui due spade! Ma egli disse loro: "Basta!"... Lc+22,35-38
Iscariota potrebbe anche derivare dall'aramaico sheqarya' o shiqrai, che indica una persona che froda; "un falso" può essere tradotto come ishqaraya. Un'altra ipotesi fa derivare il termine da sakar, cioè colui che consegna.
A causa del suo ruolo nel tradimento di Gesù, il nome di Giuda, che fu molto comune al tempo in cui visse, ha quasi interamente perso il suo uso di nome proprio presso i cristiani, mentre è ancora utilizzato in Ebraico (Yehuda) ed esiste il nome Jude, che ha la stessa etimologia. Giuda nei testi sacri Ortodossi
Negli inni del Mercoledì Santo degli ortodossi (il mercoledì prima di Pasqua), Giuda è messo in contrasto con la prostituta che ha unto Gesù con dei profumi costosi e ha lavato i suoi piedi con le proprie lacrime. Secondo i Vangeli Giuda protestò a questa apparente stravaganza, insinuando che il denaro speso per il costoso profumo poteva essere dato ai poveri, sebbene fosse in realtà seccato di non poterli intascare di nascosto. Dopo di ciò Giuda si recò dai Capi del Sinedrio ed offrì di tradire Gesù per denaro. L'Inno del Mercoledì Santo pone le due figure a contrasto, incoraggiando i fedeli a non seguire l'esempio del falso discepolo e a seguire l'esempio di pentimento della prostituta. Il mercoledì è tradizionalmente un giorno di astinenza da carne, latticini, vino e olio di oliva per tutto l'anno in memoria del tradimento di Giuda. Le preghiere per prepararsi a ricevere l'Eucaristia menzionano il tradimento di Giuda: Non rivelerò i tuoi misteri ai tuoi nemici, né, come Giuda, ti tradirò con un bacio, ma testimonierò la mia fede in te come il Buon Ladrone.
Giuda e l'antisemitismo
Alcuni studiosi ipotizzano che il personaggio di Giuda Iscariota sia una personificazione mitologica antiebraica, che riassumerebbe in sé gli ebrei, ritenuti responsabili della condanna a morte di Cristo. La parola "Giuda" deriva dal latino "Judaeus", che come il Greco ("Ioudaios") poteva anche significare "Giudeo". Tuttavia il nome Giuda è un nome comune nell'ambiente ebraico, ed anche un altro apostolo, considerato santo, porta questo nome.
Secondo l'ipotesi mitologica antisemita nel Vangelo di Giovanni l'autore o un redattore successivo potrebbe aver cercato di tracciare un parallelo tra Giuda, la Giudea, e i giudei (o ebrei) nei versetti 6:70 e 7:1:
6:70 Rispose Gesù: Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo! Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi, infatti, stava per tradirlo, uno dei Dodici.
7:1 Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più girare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
In greco, la lingua dei Vangeli, le parole "Giuda", "Giudea", "giudei" hanno questa forma: Ioudas - Ioudaia - Ioudaioi.
In latino, la lingua della Bibbia in uso in occidente, (la Vulgata), esse hanno la forma seguente: Judas -- Judaea -- Judaei.
Qualunque fossero le intenzioni originali degli autori o redattori originari del Vangelo di Giovanni, tuttavia, la somiglianza fra il nome "Giuda" e le parole che significano "giudeo" in varie lingue europee può avere contribuito all'antisemitismo.
Nel tedesco troviamo Judas -- Judäa -- Jud; in spagnolo Judas -- Judea -- judío; e in francese .
Nel tempo, Giuda finì con l'essere visto come l'archetipo dell'Ebreo.
Si disse che aveva i capelli rossi, chiamati proverbialmente "color di Giuda", e l'antico stereotipo degli Ebrei era che avessero essi pure i capelli rossi: si dice che l'usuraio ebreo Shylock nel Mercante di Venezia di William Shakespeare sia stato rappresentato con i capelli rossi sulla scena elisabettiana.
Il tradimento di Cristo operato da Giuda per denaro fu anche visto come un esempio tipico di venalità ed avidità degli Ebrei.
Qualche critico moderno della cultura europea afferma che in dipinti ed opere d'arte del Medio Evo e del Rinascimento Giuda era raffigurato con caratteristiche dello stereotipo ebraico, mentre gli altri apostoli erano ritratti come nordeuropei dalla corporatura solida. Questa ipotesi non è suffragata da prove.