INF. BARTOLOMEO DURANTE

Filosofo, psicologo e pedagogista di origine spagnola, Juan Luis Vives (Valencia 1492-Bruges 1540) fu uno dei maggiori umanisti europei, sia per l’eclettismo dei temi trattati che per la qualità degli stessi. Di famiglia ebraica convertita al Cattolicesimo e tuttavia costretta a subire ugualmente delle persecuzioni anche da parte dei nuovi correligionari, la cui intolleranza e carenza lo indusse ben presto all’esilio in altre nazioni d’Europa, più aperte sul piano della libertà di pensiero, al fine di poter esprimere senza impedimenti le sue idee in materia filosofica, teologica, pedagogica, e psicologica.
L’estrema diversificazione dei temi trattati è già un indice della serietà con cui Juan Luis Vives affrontò le più complesse questioni della vita e della realtà umana, con teorie originali e brillanti, per difendere le quali si trasferisce prima nelle Fiandre, poi, per motivi di studio, a Parigi e successivamente ad Oxford.
Dal 1520 si stabilì a Bruges, per poi recarsi nel 1523 nel Regno Unito come precettore di Maria, principessa d’Inghilterra e figlia di Enrico VIII e Caterina di Spagna. Dopo la Riforma anglicana ad opera di Enrico VIII, che, divorziando dalla legittima consorte, si era posto fuori dalla Chiesa di Roma, nel 1528 Vives tornò a Parigi dove continuò l’attività di docenza, e da qui passò all’Università di Lovanio. Ebbe frequenti contatti epistolari con grandi personaggi dell’Età umanistica, e fu amico personale di Tommaso Moro e di Erasmo da Rotterdam. Si spegnerà in Belgio, a Bruges, nel 1540.
La caratteristica principale di Juan Luis Vives, che lo accomuna alla prospettiva erasmiana, è di essere un uomo di pensiero libero fino alla spregiudicatezza, tuttavia questa sua libertà di offrire soluzioni estremamente anticonformistiche ai problemi dibattuti nell’epoca in cui visse, non giunse mai a porre in discussione la legittimità della Chiesa cattolica, sul piano dottrinale, anche se lottò con caparbietà contro il dogmatismo e certi eccessi dello Scolasticismo. Uno dei suoi temi preferiti è appunto la critica speculativa delle istituzioni educative di marca scolastica.
Juan Luis Vives rivendica il ruolo imprescindibile dell’esperienza nei processi conoscitivi della mente umana; da questa forma di empirismo deriva un atteggiamento polemico di sfida contro i modelli suggeriti dalla metafisica tradizionalmente intesa, e dall’aristotelismo in particolare.
Vives si scopre così figlio del suo tempo, dal momento che, in concomitanza con altri pensatori del periodo, è incline a stigmatizzare i pur notevoli risultati teorici raggiunti dal logicismo scolastico, senza interrompere del tutto il nesso con la tradizione cristiana, ma cercando di promuovere un rinnovamento all’interno della Chiesa. Come Erasmo, Vives rivendica la necessità di riformare il Cristianesimo in una direzione pratica e non più astratta (speculativa).
Juan Luis Vives auspicò un ritorno al Cristianesimo originario, cioè ad una spiritualità autentica, fondata soprattutto sul messaggio evangelico. Questa continuità tra i valori cristiani e la prospettiva di Vives non deve trarre in inganno, nel senso che la sua fedeltà all’ortodossia, tendente a risalire alle origini del Cattolicesimo come proposta di fede, fu sempre problematica e nutrita di fermenti rinascimentali.
Le inquietudini moderne di cui è percorsa la produzione multidisciplinare di Vives non giungono al punto estremo di fargli rifiutare "in toto" una prospettiva teologica a sfondo contemplativo, come dimostrano i temi dei trattati teologici che presentano una vicinanza tematica con l’opera dei grandi mistici spagnoli del "Siglo de oro" in cui visse ed operò lo stesso Vives.
Le opere di Juan Luis Vives, tutte scritte in latino, presentano una grande varietà di temi, portatrici come sono di un eclettismo quasi sempre geniale. Tuttavia, tra queste opere hanno la preminenza quelle di carattere pedagogico: Introductio ad sapientiam (1524); De institutione feminae christianae (1528); De tradendis disciplinis (1531).
Tra le opere a carattere specialmente filosofico e teologico ricordiamo soprattutto: In Pseudo-dialecticos (1519); De causis corruptarum artium (1531); De tradendis disciplinis (1531); De disciplinis (1533); De prima philosophia; De anima et vita (1538); De veritate fidei christianae (1543). Di argomento politico-sociale è il De subventione pauperum , mentre riguardano questioni di ermeneutica e retorica gli scritti Rhetorica sive de ratione dicendi (1533); e Quaestiones in Suetonium . Infine, vale la pena di citare un singolare esempio di manuale scolastico, la raccolta di dialoghi Exercitatio linguae latinae [ ( L. Vives) Vita ed opere saggio on line di Domenico Turco]





















Vives, Juan Luis, Le Declamationi Sillane di Gio. Lodouico Viues Valentiano tradotte di latino in volgare per Gio. Domenico Tarsia iustinopolitano In Vinegia : nelle case di Pietro de Nicolini da Sabbio, 1549 (Stampata in Vineggia : per Pietro et Giouan maria fratelli de Nicolini da Sabio, 1549) - [8] , 143 [i.e. 127, 1] c. ; 8o. - Cors. ; rom Diversi errori nella numerazione delle c- Iniziali xil. - Segn.: A-R8 - Localizzazioni: Biblioteca comunale Labronica Francesco Domenico Guerrazzi - Livorno - LI - Esemplare privo del front. delle cc. 1,2 - Biblioteca comunale Roberto Ardigo' - Mantova - Biblioteca Estense Universitaria - Modena - 1 esemplare mutilo della c. K1 e di tutto il fasc. M PD0073 - Biblioteca del Seminario maggiore - Padova - Biblioteca comunale Paroniana - Rieti - - Biblioteca Lancisiana - Roma - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca Casanatense - Roma.