PER QUESTA ANTICA VIA DI MONTEPULCIANO, CARATTERIZZATA DALLA COLONNA DEL MARZOCCO O DELLA RECUPERATIO LIBERTATIS DIETRO CUI SI VEDE L'ANTICO PALAZZO AVIGNONESI, VERISIMILMENTE DOVETTE PASSARE ANGELICO APROSIO ONDE PORTARE L'AGOGNATO LIBRO AL PRIORE DEL LOCALE E VICINO CONVENTO AGOSTINIANO L'ORATORIO DI SANT'ANTONIO di MONTEPULCIANO detto "DE' CAVALIERI DI SANTO STEFANO"
è situato in una delle vie principali della parte alta del centro storico vicino a Piazza Grande.
Su questo personaggio non si sa molto: non fu senese ma di Montepulciano e fratello di Lelio Mancini, amico di Aprosio che pure nel suo repertorio mai citò Poliziano Mancini benché risultasse letterato che godette la protezione del granduca di Toscana Ferdinando II: si segnalò per una trilogia di romanzi:
L'Ordine cavalleresco di Santo Stefano, fondato da Cosimo I de' Medici il 22 agosto 1554 per la difesa dei mari toscani dai pirati barbareschi. Aveva sede in Pisa e per accedervi richiedeva rigorose prove di nobiltà.
Ai primi del secolo XVII Camillo Mancini membro di una delle più cospicue famiglie della Montepulciano di allora, fatto cavaliere di Santo Stefano, decise di erigere nella sua città natale una commenda e una chiesa dell' Ordine, lasciando a tal fine per testamento il fruttato di duemila scudi investiti al Monte Pio di Firenze
. L'erede della commenda Cavalier POLIZIANO MANCINI
Estintasi la famiglia MANCINI (ma dal toponimo del luogo di residenza era diventata spesso MANCINI POLIZIANO come ancora ci attesta l'Aprosio nell'INDICE DEI SUOI FAUTORI) è l'Ordine di Santo Stefano a subentrare direttamente nella commenda.
Poi nel 1781, in ottemperanza al testamento di LELIO MANCINI che dichiarava suo erede universale in caso di estinzione della famiglia il Capitolo della Cattedrale di Montepulciano, un rescritto sovrano attribuisce la commenda e i suoi beni al Vescovo di Montepulciano, che riceve la consegna dell'oratorio il 22 gennaio 1782.
L'edificio, ad una sola navata, presenta un'interessante facciata di mattoni a vista riquadrata di travertino; pure in travertino sono il bel portale, con due pendenti di frutta e fiori scolpiti ai lati dell'architrave, e la finestra in alto, nonchè la soprastante stella simbolo dell'Ordine.
La chiesa, attualmente sede della Contrada di Talosa, rimane un esempio notevole di devozione nobiliare in cui si mescolano l'orgoglio dinastico e la fede religiosa vista quasi come un impegno politico
(d.p.)
1- Il principe Altomiro di Lusitania fortunato del cau. comm. Poliziano Mancini Pol[iziano] del sac. Ord. di Toscana di S. Stefano PP.e mart. Componimento primo [-secondo] DD. All'ill.mi sig. cau. del med. sacr. Ord. di Toscana [Ricorretto dall'autore, e ristampato], In Padova , da Gasparo Ganassa, 1644
[ Descrizione fisica: 2 v. : 2 ritr. calcogr. ; 12o. Note Generali: Due ritr. dell'A. sui front. Frontespizi calcogr. incisi da Giovanni Georgi: il vol. 2 e stato pubblicato da Domenico Ricciardi]
2-Il Principe Altomiro di Lusitania travagliato (Ricciardi, Padova, 1644).
3-Il Principe Altomiro di Lusitania regnante (Grignani, Roma, 1650).