INFORMATIZZ. DI B. DURANTE

Presso i greci l'ABROTANO [Artemisia abrotanum L. della famiglia delle Composite (anche detto Limoncina - Nascinzo femina)] era addirittura oggetto di venerazione: a questa pianta, per tutta l'antichità classica e medievale, si attribuirono così tanti poteri che nel IX secolo, nel suo Hortulus, il monaco erudito Wahalafrid Strabo andava sostenendo che le virtù della pianta erano tante quante le sue foglie.
Nel Dizionario di Sanità (1784) l'abrotano fu poi così descritto: "L'abrotano [...] pregno di un sal volatile, in forza del quale è molto giovevole nell'itterozoa e febbri croniche; è profittevole nelle malattie maligne e nelle affezioni croniche delle femmine. Il decotto ovvero essenza della sommità, è un egregio carminativo".
Castore Durante, per le malattie polmonari e la tosse, affermava: "La decozione con miele e zucca, mitiga la tosse, rompe la pietra, purga i polmoni. La polvere delle foglie bevuta con vino vince le sciatiche".
Antonio Campana, nel 1821, nella farmacopea ferrarese, lo prescriveva come antielmintico.